
32° CONVEGNO INTERNAZIONALE
"Io sono la luce del mondo: chi segue Me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Gv 8, 12)
Il Convegno Internazionale costituisce ogni anno il punto di arrivo e di partenza del cammino spirituale della Comunità Maria. Durante i giorni del Convegno, immersa in un clima di intensa preghiera di lode e di comunione ecclesiale, la Comunità vive la grazia di una rinnovata effusione dello Spirito che si manifesta con l’abbondanza dei suoi doni e carismi.
Il Convegno è l’occasione per incontrare tanti fratelli con cui condividere l’amore di Dio e a cui testimoniare le meraviglie compiute dal Signore nella nostra vita, donando e ricevendo nuova forza per aderire con gioia al progetto di salvezza che il Padre ha per ciascuno di noi. La profezia che ogni anno il Signore dona costituisce la Parola che ogni fratello della Comunità è chiamato ad incarnare, fonte di conversione e di annuncio, di guarigione interiore e di liberazione.
1 MAGGIO - PRIMO GIORNO DI CONVEGNO
Don Fabio Bartoli, referente ecclesiale della Comunità, apre il 32° Convegno con un calorosissimo benvenuto indirizzato a tutti i convenuti.
“Benvenuti alla luce”, ci dice il Signore attraverso di lui, e si rivolge a coloro che non ce la fanno ad alzare lo sguardo, ai poveri, a quelli che piangono. La sala si è fatta buia ed è rimasta illuminata solo dal cero pasquale, ad indicare che l’unica nostra luce vera, quella che illumina ogni uomo, è la luce di Gesù. Aspersi con acqua, la benedizione di Dio è scesa su di noi. E’ stato invocato lo Spirito di luce e verità per la guarigione della nostra vista: “Signore tu sai la nostra povertà, manda il tuo Spirito a guarire la nostra vista”.
Radunati nel nome di Gesù, Maria è stata da subito presente come Madre e ci ha preso per mano, ci ha tolto ogni paura per liberare ciascuno dalle tenebre. Maria si pone ancora una volta come Regina di questa Comunità e del cuore di ciascuno. “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e troverete ristoro”. Il Signore sta conducendo il suo popolo sulla strada della verità e della luce, un popolo che non lo loda con le labbra, ma con il cuore, con la propria vita, con le proprie azioni.
“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio ci sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararmi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me perchè siate anche voi dove sono Io….” …..”Io sono la Via, la Verità e la Vita…” (Gv 14, 1-11).
Anche nell’Omelia viene confermato che la luce, una volta ricevuta dal Signore e accolta come dono, deve essere trasmessa, portata nella nostra vita concreta, nei luoghi di lavoro e di vita quotidiana, così da diventare noi stessi luce per le genti.
2 MAGGIO - SECONDO GIORNO DI CONVEGNO
La preghiera comunitaria si apre col canto ‘Da Sion vi benedica il Signore...’ La benedizione di Dio scende sull’assemblea; fiorisce il dono della comunità che si manifesta come spirito di unità.
“Voce di uno che grida nel deserto, preparate la via del Signore” … questa parola è per ciascuno di noi. È un invito a diventare creature nuove, creature che rinunciano al vecchio vestito, capaci di perdonare e di liberare il cuore dai vecchi rancori. Risuona questa parola “Diventate uomini nuovi”. Il Signore viene a manifestarsi come luce; avvolti in questa luce siamo al bivio della scelta, Egli entra potentemente nella nostra vita.
Il suo sguardo è sulle nostre infermità per curare, per guarire, per salvare. Nel canto Abbà Padre ogni cuore si scioglie e, immersi nella luce del suo sguardo, che è solo amore, annulliamo il peso dell’accusa, della condanna e del dolore.
“…la morte è stata ingoiata per la vittoria, dov’è o morte la tua vittoria? Dov’è o morte il tuo pungiglione?”
…” perciò fratelli carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell’opera del Signore…” (I Cor 15,55-58).
Don Fabio Bartoli, nella sua relazione, ci presenta la luce come verità che libera i prigionieri. Questa luce è Gesù. Questa luce è nel profondo del nostro essere, al di sotto dell’inconscio. Scegliere la luce vuol dire sconfiggere le tenebre che sono l’assenza della luce. Non bastano tutte le tenebre del mondo per spegnere una candela.
“Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi, perciò come figli della luce…”. (Ef. 5, 8-14)
Nel pomeriggio una processione di sacerdoti e ministri ha portato Gesù sull’altare ed è iniziata l’Adorazione del SS. Sacramento La preghiera è stata forte e coinvolgente. Poi Gesù, camminando nella luce, è sceso in mezzo al suo popolo per compiere guarigioni e liberazioni.
“…non temere perché ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque sarò con te… Perché tu sei prezioso ai miei occhi” (Is. 43, 1-4)
3 MAGGIO - TERZO GIORNO DI CONVEGNO
La mattinata si apre con il canto ‘Chi crede in me farà le stesse cose che ho fatto io..’ che introduce la Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. G. Scanavino, Vescovo della Diocesi di Orvieto e Todi che, con amore paterno, ci ha arricchiti con la Sua presenza.
Le parole di questo canto ispirano la Sua omelia nella quale ribadisce che veramente, se viviamo da cristiani, uomini di fede, uomini come Cristo, possiamo fare le stesse cose che ha fatto Lui, perché Cristo è in noi .
Il tema della fede è ripreso nella preghiera del pomeriggio nella quale viene annunciato: “Chiunque crede nel nome del Signore sarà salvato lui e la sua famiglia”.
Si invoca lo Spirito Santo perché ogni creatura possa incarnare il dono della fede e vivere una profonda intimità con il Signore. E’ il momento della donazione, il momento in cui la Comunità mette tutti i suoi carismi a disposizione dei fratelli Nessuno si sente escluso da questo amore perché l’amore di Dio passa attraverso i fratelli, libera e guarisce, rigenera la nostra vita e ci rinnova. La volontà di Dio, infatti, é che tutti siano salvati:
“Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame chi crede in me non avrà più sete ... E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato ... Questa infatti è la volontà del Padre mio che chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna; io lo resusciterò nell'ultimo giorno.” (Gv 6, 35-40)
Alla preghiera fa seguito l’insegnamento “Chi segue me avrà la luce della vita” che ci guida in un itinerario biblico attraverso la Palestina, al seguito di Gesù. Percorriamo le tappe dal lago Tiberiade al Golgota. Gesù ci chiama per nome. Ci fa vedere da che cosa ci ha liberato. Ci fa sperimentare che le tenebre non hanno più potere su di noi. Egli ascolta il nostro grido. Ogni volta ci fa uscire dalla nostra tomba. E ci mostra la croce che non e’ l’ultima parola nella nostra vita. Risorgiamo con Lui. La gloria di Dio risplende su di noi. Questo itinerario ci dice chiaramente che Gesù va seguito dall’inizio alla fine: “chi ha messo mano all’aratro non si volta indietro”.
Chiude la giornata la rappresentazione portata in scena dai giovani della Comunità. Attraverso alcuni spaccati di vita, rappresentati in maniera ironica, è stato messo in luce come spesso le illusioni del mondo si presentino erroneamente come luce vera, ma si rivelino nella loro inconsistenza quando la luce vera dello Spirito Santo li mostra nella loro vacuità.
4 MAGGIO - QUARTO GIORNO DI CONVEGNO
L’ultimo giorno del Convegno inizia con un canto di benedizione: il Signore rinnova il dono della lode alla comunità.
“ Benedetto colui che viene nel nome del Signore … vi dico che se questi taceranno, grideranno le pietre”
(Lc 19, 37-40)
Sotto lo sguardo di Gesù ancora avvengono guarigioni e liberazioni. Egli ci conferma che il cambiamento che ha operato è irreversibile e che la luce accesa in ciascuno ha squarciato per sempre tutte le tenebre del mondo. Ora, profondamente rinnovati, seguiamo Gesù fuori dalla nicchia del nostro egoismo. Egli rinnova alla Comunità la chiamata missionaria per portare ovunque l’annuncio della salvezza. “Voi siete il sale della terra… voi siete la luce del mondo…così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perchè vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 22) “…Andate: ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi; non portate borsa, né bisaccia…” (Lc 10, 1-11)
Un forte messaggio di speranza ci viene dato nell’omelia di don Claudio: meditando sul mistero del dolore nell’esistenza dell’uomo non lasciamoci ingannare da false apparenze o trascinare da frettolose conclusioni. Al di là del dolore, al di là di ogni infermità, al di là di ogni difficoltà, vinca la certezza che questo nostro corpo non è destinato alla morte, ma alla resurrezione, alla gioia senza fine. È questa la luce che squarcia le tenebre. È questa la certezza che può fare di noi testimoni credibili nel mondo.
Nel suo breve intervento, don Andrea esorta a guardare la strada luminosa dell’icona, simbolo del nostro Convegno. Guardare questa strada vuol dire percorrere con fiducia questo nuovo cammino senza ripiegarci su noi stessi.
In chiusura del Convegno viene viene rinnovato nel suo decennale l’atto di consacrazione a Maria della Comunità.