
34° CONVEGNO NAZIONALE
"Pace a voi" (Ef 2,17)
Il Convegno costituisce ogni anno il punto di arrivo e di partenza del cammino spirituale della Comunitá Maria.
Durante i giorni del Convegno, immersa in un clima di intensa preghiera di lode e di comunione ecclesiale, la Comunitá vive la grazia di una rinnovata effusione dello Spirito che si manifesta con l'abbondanza dei suoi doni e carismi.
In questa pagina potrete rileggere quanto vissuto al Convegno dai fratelli e dalle sorelle.
22 APRILE - PRIMO GIORNO DI CONVEGNO
Provenienti da mille strade, attirati dall'annuncio di pace del Signore, anche quest’anno vecchi e nuovi fratelli si sono ritrovati a Fiuggi sotto la tenda per vivere insieme il XXXIV Convegno della Comunità Maria.
Il Signore ci accoglie per bocca di don Fabio Bartoli, referente ecclesiale della Comunità Maria: "Benvenuti nel luogo dove risuona la parola pace. La mia pace, non come la dà il mondo, ma quella pace che ha il potere di rinnovare e di risanare, scenda su di voi con la benedizione di Dio"
E il Signore conferma la sua parola con il passo
"Ecco, sui monti, i passi del messaggero, un araldo di pace!
Celebra le tue feste, Giuda, sciogli i tuoi voti,
poiché non ti attraverserà più il malvagio..." (Naum 2,1)
L'annuncio ha un forte valore profetico proprio perché in questo momento l'umanità intera vive una profonda crisi: il Signore ci esorta a credere e a chiedere lo Spirito di fede attraverso l'intercessione di Maria. E la fede del cristiano è la certezza della resurrezione.
"Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce"
e
"se oggi udite la mia voce non indurite il cuore"
Attraverso i sentieri misteriosi dello Spirito questa profezia di speranza viene ribadita nella celebrazione eucaristica presieduta da Sua Eccellenza Mons. Lorenzo Loppa, vescovo della diocesi di Anagni-Fiuggi.
Nell'omelia infatti il vescovo ha ricordato che l'annuncio di pace è il saluto del Risorto. Accogliere questo annuncio vuol dire vivere da risorti, vuol dire vincere la paura, il dubbio, la stanchezza e la disperazione. Il cristianesimo non ci preserva dalla sofferenza: Gesù risorto che mostra le sue ferite ci fa sperimentare che, anche crocifisso, è Risorto. La forza del cristiano, che il mondo non conosce, è l'esperienza della resurrezione anche nel dolore.
23 APRILE - SECONDO GIORNO DI CONVEGNO
Come ispirata dallo Spirito, si innalza dall'assemblea una preghiera di lode. È la lode che permette al Signore di aprire i nostri cuori e farci sperimentare la sua resurrezione.
"Lasciatemi entrare nel vostro cuore affinché io possa realizzare questa mia parola "Pace a voi"
Il Signore ripete "Oggi se ascoltate la mia voce non indurite il cuore". Non si può resistere alla forza di questo amore che tutto travolge e trasforma e guarisce.
"aprite le porte: entri una nazione giusta... tu gli assicurerai la pace,
pace, perché in te ha fiducia
Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna;
perché egli ha abbattuto
coloro che abitavano in alto;
la città eccelsa
l'ha rovesciata, rovesciata fino a terra,
l'ha rasa al suolo.
I piedi la calpestano,
i piedi degli oppressi, i passi dei poveri" (Is 26,2)
É il momento della compassione del Signore, che ci vuole far risorgere con lui alla vita. Il Signore è venuto a spezzare ogni legame che ci incatenava alla morte: la passività è una falsa pace, in realtà è senso di sconfitta, resa, ripiegamento, chiusura, e porta con sé depressione, tristezza, incredulità, dubbio, giudizio, paura, rancore, divisione, maldicenza, accusa.
Il Signore ci rigenera come uomini nuovi e dona alla Comunità Maria il coraggio del combattimento, il coraggio di lottare per la vera pace e dice: alzati nella gioia, nella speranza e vieni a combattere.
"Abiterò in mezzo a loro... e saranno il mio popolo" (2 Cor, 16-18)
Adorazione eucaristica
Accogliamo Gesù che viene come si accoglie un padre, uno sposo, un amico. Prepariamo il nostro cuore a questo incontro, con la consapevolezza della nostra miseria. Sentiamoci inginocchiati davanti a Lui.
"Non sono solo davanti a Te, Signore, ma porto con me tanti uomini, donne, bambini, amici, parenti, quelli che non credono; il loro dolore, la loro gioia, le attese, le speranze,le loro bestemmie e le loro preghiere, le loro lacrime e la loro gioia.
Tutto il mondo, tutto il popolo porto davanti a Te, e Tu, che puoi, guarisci. Metti in ciascuno la tua pace, non come la dà il mondo, ma come tu solo sai darla. Il tuo popolo è nelle tue mani, nel tuo cuore, davanti a Te. Guarisci le ferite, le malattie psicologiche, le divisioni, cadano tutti i muri di separazione.
Donaci la gioia di riposare in te, di donarci interamente a te, liberi da ogni pensiero e occupazione. Che tutto il nostro essere sia un canto di lode a te, il nostro eccomi.
Celebrazione eucaristica
La celebrazione eucaristica di questa seconda giornata è presieduta da S.E. mons. Gervasio Gestori, Vescovo della Diocesi di S. Benedetto del Tronto.
Nella sua omelia mons. Gestori ha spezzato la Parola della Messa: la conversione di Saulo e il discorso a Cafarnao sul pane della vita dal Vangelo di Giovanni.
A Cafarnao Gesù annuncia: Se non mangiate la mia carne e non bevete il mio sangue, non avrete vita eterna.
Gesù si fa uomo nel seno della Vergine per essere mangiato e per essere bevuto.
Il suo discorso è duro per chi non crede nella sua parola e non l'accoglie. Molti discepoli se ne vanno e a quelli che restano Lui chiede "Andate via anche voi?" perché è disposto a perdere tutti gli Apostoli ma non a rinnegare quello che ha detto.
Perché tanta gente oggi vive male pur avendo tante cose? È triste, nevrotica e depressa. É vero che non mancano motivi umani - disoccupazione, solitudine, sfratti, individualismi nell'epoca della globalizzazione - ma perché ci portiamo addosso ferite e condizionamenti? Perché non si mangia il corpo di Cristo e non si beve il suo sangue.
Chi vuole vivere deve nutrirsi della sua parola, senza la quale non si vive o si vive male.
Saulo persiste nel suo fariseismo e nella sua cecità a perseguitare i cristiani finchè Gesù non viene a lui attraverso Anania, che gli si rivolge con grande affetto: Saulo, fratello mio, mi manda a te Gesù.
E l'incontro con Gesù stravolge la sua vita.
Ognuno di noi incontra Gesù nell'Eucarestia. L'eucarestia è sì cibo di vita eterna, ma è anche cibo per questa vita. É grazia del Signore; è cibo di verità, di speranza, di gioia.
24 APRILE - TERZO GIORNO DI CONVEGNO
Maria è presente accanto ai suoi figli per aiutarli a riconciliarsi con sé stessi, con la loro storia, col loro passato e ci indica la strada: "l'anima mia magnifica il Signore".
Forte è la preghiera di liberazione: il Signore ascolta il dolore del suo popolo e viene con potenza a guarire tutto ciò che lo tiene lontano dal suo amore. E solo chi vive questa esperienza può testimoniare l'opera di Dio nella sua vita rinnovata.
Il Signore è davanti ad ogni creatura e chiede: Cosa vuoi che io faccia per te?
- Signore, che abbiamo la vista per vedere Te.
Il Signore va oltre la guarigione personale nello spirito e mette in noi il desiderio di donare ai nostri fratelli ciò che abbiamo ricevuto: ci manda come strumenti del suo amore
"...anche chi crede in me compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi..." (Gv. 14, 12)
Il Signore ha tolto l'egoismo che non ci faceva vedere i fratelli con gli occhi di Dio e ci ha reso costruttori della sua pace:
"...pace ai lontani e ai vicini... io li guarirò" (Is. 57, 17)
Relazione di S.E. Mons. G. Scanavino: "Portatori di pace"
Il tema di questo convegno è un tema pasquale: è il grande dono della Pasqua, il dono di Cristo risorto, il dono della pacificazione; quel dono che ci offre la possibilità di essere uomini e donne nuovi, risanati e di far capire al mondo cosa significhi essere uomini veri in Cristo. Non siamo più solo peccatori, ma peccatori capaci di essere uomini e donne veri, perché la pace è il dono della salvezza. Questo perché siamo diventati Cristo, e la pace è Cristo. Il limite della nostra teologia e della nostra pastorale è che ci diciamo cristiani, mentre invece siamo proprio Cristo. Nel libro di Marco Milani "La guerra sia con me" (vita immaginaria di S. Rocco) viene proposta la pace in questo modo: finora sono stato dalla parte dei vincitori, da oggi voglio stare dalla parte dei vinti. Proprio come Gesù, che dava agli altri ciò di cui avevano bisogno (pane, e non solo parole, nella moltiplicazione dei pani). Per i discepoli, di fronte ai problemi del mondo, non c'era niente da fare, per i credenti è possibile trovare soluzioni con la fede in Cristo. É venuto un tempo nuovo: credendo in Lui, gli uomini sono capaci di trovare soluzioni alle necessità del mondo.
La pace passa per le soluzioni dei problemi del mondo indicate dalla nostra fede. Noi non crediamo solo in un paradiso futuro, ma in un mondo che già oggi deve essere in pace nella giustizia. Il Concilio Vaticano II parlando dei laici assegna loro proprio questo compito.
Il Signore ha dato a voi questo compito, perché voi siete a contatto con il mondo che ha bisogno. Se t"tti fossimo convinti di questo sapremmo trovare mille soluzioni di pace e “fare le stesse cose che ha fatto lui, anzi ancora di più grandi..."
Abbiamo una capacità nuova di affrontare le situazioni perché in lui troviamo un rapporto nuovo con gli altri. Gesù cambia sistema: Pietro, al povero che gli stende la mano, dice: "guardami, non ho nulla, ma quello che ho te lo do: alzati e cammina".
Il Vangelo nella sua attualità dà la possibilità di essere uomini nuovi, non con la pretesa, ma con l'umiltà e la consapevolezza di essere poveri come Pietro.
Perché noi cristiani nel mondo non riusciamo a sfondare sul tema della pace? Noi che abbiamo ricevuto la pace, perché non siamo capaci di cambiare le strutture di morte, di guerra e di violenza? Perchè non abbiamo sufficiente consapevolezza e fede che la pace non è una parola ma è una persona, è Gesù in noi.
La nostra è una vita abitata dallo Spirito Santo. Ecco perché non c'è la pace nel mondo, perché non crediamo che in noi c'è la grande potenza dell'amore di Dio.
Non è vero che non abbiamo quello che serve a sfamare il mondo, questa idea è ipocrisia e resa.
Se stiamo nella potenza dell'Eucarestia, troviamo nel nostro cuore il coraggio e la forza di seminare la pace.
Preghiera del pomeriggio
Vieni Signore, tu che scrivi dritto su righe storte, vieni là dove noi abbiamo distorto il tuo progetto. E il Signore continua a guarire e liberare il suo popolo.
"Io sono la vite e voi i tralci... rimanete nel mio amore" (Gv. 15, 5-9)
Il Signore ha fatto scorrere davanti a noi la nostra vita, e ora è come se stesse voltando pagina; e la pagina è vuota. Nella misura in cui ci lasceremo guidare da Lui, la nostra vita sarà piena.
Il Signore ci chiama ad una scelta
"senza di me non potete fare nulla"
e
"lasciate tutto e diventate miei discepoli"
e
"imprimerò la mia legge nei vostri cuori..." (Is 60, 19-22)
CELEBRAZIONE EUCARISTICA PRESIEDUTA DA S.E. MONS. G. SCANAVINO, VESCOVO DELLA DIOCESI DI ORVIETO-TODI
Nella celebrazione eucaristica, dedicata alle vocazioni e alla chiamata del Signore, tutti i bambini sono chiamati a partecipare davanti all'altare.
Il pastore con il suo gregge, ha detto mons. Scanavino, è l'immagine più popolare di tutto il Vangelo. Parlando dell'importanza del pastore, ha detto che la sicurezza di una Diocesi dipende dal pastore, e che in realtà il nostro pastore è Gesù. É Lui la nostra ricchezza.
In tutta la Chiesa di tutto il mondo nella giornata di oggi si prega per le vocazioni: se Gesù dice "vieni e seguimi" come ha fatto con gli apostoli, non dite di no ma rispondete "eccomi" come ha fatto Samuele.
Mentre il Vescovo parla, i bambini che salgono liberamente gattonando sul palco, nella loro noncurante e allegra semplicità offrono a tutti noi l'immagine della libertà della fede, della libertà da prescrizioni e decreti.
E il vescovo conclude dicendo: che il sorriso dei bambini ci dia il coraggio di guardare al futuro e di costruire un mondo più umano e più generoso, mettendo ciascuno a disposizione di Gesù il poco che ha affinchè Lui lo moltiplichi.
25 APRILE - QUARTO GIORNO DI CONVEGNO
Nel canto di lode sperimentiamo l'amore di Dio, una guarigione comunitaria dal non amore. Il passo profetico è da Ez. 34,13
"... le radunerò... le condurrò alla loro terra..."
Celebrazione Eucaristica
La Celebrazione eucaristica è presieduta da don Fabio Bartoli, referente ecclesiale della Comunità Maria
Il vangelo di oggi, Marco: "Andate in tutto il mondo e annunciate..." è la giusta conclusione di questo convegno.
Appena arrivati, il primo giorno, avevate sui volti una espressione di pace falsa e solo apparente, di passività. Oggi i vostri volti sono radiosi, perchè rispecchiano ciò che avete ricevuto: la pace vera, che viene dalla Grazia, la pace della gioia, dello Spirito Santo. Ma il Signore non ci ha chiamati solo per far felici noi: ci ha chiamati perchè questa pace che da Lui abbiamo ricevuto, possiamo portarla al mondo: ci ha chiamati per far felici gli altri, portando loro la buona notizia del Vangelo: "La pace è qui per te!" Annunciamolo al mondo, in ufficio, nei condomini, in casa, ovunque, perchè è di questa pace che hanno bisogno gli uomini, non di altro!
C'è da chiedersi: ma se la pace è il bene cui tutti aspirano, perchè questa pace non c'è?
C'è un inganno, un equivoco di fondo: per la maggior parte delle persone, la pace dipende da fattori esterni, dalle circostanze (si sente dire spesso: potrei stare veramente in pace se non fosse per....). Ma la pace non dipende dalle situazioni intorno a noi. Secondo la logica di questo mondo, la pace scaturisce dall'assenza dei problemi. Invece, in questo convegno, il Signore ci ha detto: Quando la pace è nel vostro cuore, inconsapevolmente la diffondete attorno a voi così come un fiore spande attorno a sè il suo profumo.
E questo perchè la pace di Gesù ormai fa parte di noi, è invincibile, incrollabile e qualunque cosa accada non se ne andrà mai più; ha messo radici in noi!
Questa pace non si conquista con la guerra, perchè non è frutto di una conquista: è un dono! Dobbiamo solo aprire le mani e accoglierla.
Tuttavia sappiamo bene che questa pace è comunque minacciata. Per questo il Signore ci dà delle armi, armi per combattere non contro gli uomini, ma contro il maligno, contro il nemico della pace. Sappiamo che il diavolo minaccia la pace perché è in sé stesso lotta, inimicizia, divisione. E se noi possediamo la pace, abbiamo il potere di scacciare i demoni della separazione nel nome di Gesù, con la forza della preghiera, ma soprattutto con la forza dell'amore.
Dove c'è la pace non può entrare l'inimicizia, perchè la presenza di Gesù rende i cuori impenetrabili all'inimicizia. Nel mondo esistono infinite situazioni di ingiustizia e di conflitto: tra persone, nelle famiglie, tra i popoli... Se vogliamo essere portatori di pace, abbattiamo i muri di separazione: il dialogo, il confronto, l'accoglienza, l'amore sono strategie vincenti ed efficaci.
Oltre a quello di scacciare i demoni della divisione, per portare la pace il Signore ci dà un secondo mandato, quello della guarigione.
Quando l'uomo non ha in sè la pace, si ammala. Spesso la malattia è conseguenza di un cuore che non è in pace. Pensiamo a tutte le malattie psicosomatiche, le malattie dell'anima: depressione, panico...
Con la pace annunciamo la liberazione da inimicizia, rabbia e rancore, e la guarigione dall'ansia, dall'angoscia, dalla solitudine...
"Noi siamo Cristo", ha detto mons. Giovanni Scanavino. Siamo dunque quelli che devono entrare nelle stanze chiuse con la forza della resurrezione e dire "Pace a voi".
Se siamo Cristo, allora in noi è la forza di abbattere i muri di separazione, in noi è la potenza dello Spirito Santo che soffia e rende nuova ogni cosa.
Questa è la missione che oggi il Signore affida alla Comunità Maria: la missione di portare la pace.
Questo è stato un convegno importante, l'inizio di qualcosa di nuovo, un punto di partenza, l'inizio di un ciclo che comincia nel segno di una missione, di un mandato: portare la pace a tutti, il mandato di essere Cristo che nel mondo dice: Pace a voi!