
36° CONVEGNO NAZIONALE
"L'anima mia magnifica il Signore" (Lc. 1, 46)
Il Convegno costituisce ogni anno il punto di arrivo e di partenza del cammino spirituale della Comunitá Maria. Durante i giorni del Convegno, immersa in un clima di intensa preghiera di lode e di comunione ecclesiale, la Comunitá vive la grazia di una rinnovata effusione dello Spirito che si manifesta con l'abbondanza dei suoi doni e carismi. In questa pagina potrete rileggere quanto vissuto al Convegno dai fratelli e dalle sorelle.
28 APRILE - PRIMO GIORNO DEL CONVEGNO: UNA PROFEZIA DI GIOIA
Sin da subito il Signore ci ha invitato a vivere una profezia di gioia, sia nel momento della preghiera comunitaria, sia durante l’omelia della Celebrazione Eucaristica. A tutti è apparsa chiara la straordinaria e magnifica anomalia dell’invito del Signore rispetto alle difficoltà che ognuno di noi sta sperimentando in famiglia, sul lavoro, nella propria quotidianità. Le difficoltà che spengono persino ogni sorriso… eppure, di fronte a tutto questo, il Signore richiama alla gioia, alla presenza del Suo Spirito nelle nostre vite che cura i nostri cuori e ridà potenza alla voglia di vivere, di gioire, di testimoniare la lode verso Dio, che si è fatto e continua a farsi in Gesù Cristo persona e fedele compagno di vita.
Preparate la via al Signore” (Mt. 3,1; Lc 3,4) è stato il passo rivolto ad una assemblea inizialmente sorpresa, quasi sbigottita, che, da prigioniera di una situazione economica e sociale che ricorda quella del popolo d’Israele in Babilonia, pian piano si apre al progetto di speranza fino all’esplosione di gioia e lode che si è manifestata pienamente durante il momento della Consacrazione Eucaristica.
La giornata ha naturalmente visto Maria quale esempio cardine di rinuncia della propria visione e completa accettazione del punto di vista di Dio: “Come è possibile?... lo Spirito Santo scenderà su di te” (Lc. 1,34). Seguendo Maria, l’assemblea ha rinunciato alla sterile disperazione per abbracciare la feconda gioia, che ridà forza e speranza.
Durante la S. Messa il celebrante ci ha aiutato a comprendere che il primo ostacolo alla gioia è la superbia, la presunzione di essere grandi. Solo l’umile può essere davvero gioioso perché solo l’umile è capace di stupore. Il superbo invece pretende di abbassare tutto ciò che ha intorno e vive così in un continuo disprezzo della vita e del mondo: nessuna meraviglia che sia depresso! Il segreto della gioia invece è magnificare Dio e tutti i suoi doni. Allora svegliarsi la mattina e dire “Vita mia sei magnifica”! E dirlo alle persone che abbiamo accanto: moglie, figli, colleghi, ecc...
Da qui scaturirà la lode, l’essenza della vita carismatica. Infatti l’essenza della carismaticità è “l’anima mia magnifica il Signore”, espressione perfetta della lode, che è la nostra identità. La lode è una preghiera decentrante, nel senso che l’attenzione non è volta più su di sè, ma ci si perde nello sguardo di Dio... e lo sguardo di Dio ci restituisce il valore della sua Creazione, a cui apparteniamo. Per bocca di Don Fabio, l’assemblea ha risposto all’invito di Dio: “Tu sei la gioia, lo splendore, la bellezza della vita... trasformaci ad immagine della gioia e della vita”.
29 APRILE - SECONDO GIORNO: MARIA, POTENTE PER GRAZIA CONTRO LE FORZE DEL MALE
La preghiera si apre con un invito alla lode per preparare i cuori allo splendore del Magnificat. Nella lode Maria Santissima, Mediatrice di ogni grazia, si fa presenza materna ed accogliente accanto ad ognuno di noi e ci esorta a seguirla nel suo si. Ma come Madre conosce bene le debolezze e gli errori dei suoi figli, perciò combatte per loro, Guerriera Invincibile, contro le tenebre del male, Vergine potente che spezza catene antiche, demolisce idolatrie, libera da inganni, guarisce le ferite del cuore.
Forte è il combattimento spirituale nell’assemblea: le forze del male si oppongono al volere di Dio; ma ancora una volta il calcagno della Madre schiaccia la testa del serpente antico e viene a liberare i suoi figli perché si realizzi pienamente il progetto d’amore che il Padre ha per ognuno di loro, un amore sconfinato, vivo, per sempre. La mente umana non è in grado di misurare la larghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Dio. Anche le regole che gli uomini si sono date sono destinatesempre ad essere travolte dalla Potenza Divina, come ci conferma il passo da Luca 13,10-13, che parla della guarigione nel giorno di sabato (proibito all’azione umana). La preghiera si chiude con la gioia consapevole dell’Amore paterno di Dio.
La relazione sul tema L’anima mia magnifica il Signore è armoniosamente concorde, come in una splendida sinfonia, con il tema della preghiera. Che cosa fa esplodere il Magnificat, la Magna Charta del Cristianesimo, parola profondamente vera per ogni creatura in ogni tempo? La gioia e la felicità. Ci rendiamo conto di essere prediletti al confronto di una società oppressa e ingannata, che vive in un grande sonno spirituale. Gesù continuamente chiama tutti alla salvezza: la creatura che riconosce la voce del suo Creatore e trova in sé la forza per rispondere, inizia un cammino gioioso verso la vera gioia che pervade ogni creatura che si sente finalmente amata di un amore eterno…Per iniziare o re-iniziare un cammino di salvezza pieno di vera gioia soccorre Maria, che unisce in sé ed esalta in modo indicibile l’amore di tutte le madri.
Maria ha voluto ancora una volta aiutarci per riportarci a suo Figlio.. Maria,che è da sempre mediatrice instancabile, dispensatrice di tutte le grazie, porta del cielo per ogni uomo e specialmente per chi percorre strade sbagliate e rischia di perdersi. Non c’è nessuno che sia dimenticato da questa Madre, invocata in ogni tempo con mille appellativi da chi confida in Lei. Maria è colei che vuole riportare tutti alla vera vita tramite suo figlio Gesù.
Il momento solenne dell’Adorazione è stata presieduto da Don Claudio Gargagli che ha chiesto sin da subito l'intercessione di Maria per essere portati alla presenza del Signore ed impetrare la guarigione e la liberazione di tutti noi. Di fronte al Signore ogni maschera si è rivelata inutile, perché il Creatore conosce tutto di ognuno. Dietro le maschere cadute si mostra la verità che è dentro ognuno di noi; si prende così piena coscienza delle proprie fragilità, che si trasformano in autentiche bellezze purificate in Cristo Gesù. Tutti possono abbandonarsi all'intimità con il Salvatore. La Sua Luce è forza e vita che ha inondato l'assemblea.
Molte sono state le guarigioni fisiche e spirituali. In particolare la guarigione dell'udito, perchè possano essere aperte le nostre orecchie all'ascolto; della vista, perché si possa vedere il mondo e la propria vita con gli occhi di Dio; del linguaggio, perché la nostra bocca purificata possa annunciare a tutti la Sua Parola. Il Signore ha messo un sigillo nuovo in ogni cuore: “Vi attirerò tutti a Me per portare la Mia Parola sino ai confini della terra”.
Presentando la nostra rivista “Comunità Maria”, Mauro Loreti, Direttore Responsabile e membro del CdS, ha invitato tutti a leggere e ad usare questo strumento della memoria della vita comunitaria, a riconoscersi e farsi riconoscere tramite essa, nei rapporti con gli altri nella vita di tutti i giorni e nelle occasioni istituzionali. La rivista è come una carta di identità che riassume le principali caratteristiche della nostra Comunità, racconta e interpreta i principali momenti vissuti insieme.
Occorre sostenerla, conoscerla, amarla, diffonderla, usarla per far conoscere Gesù e la sua via di salvezza che passa anche attraverso il cammino nella Comunità Maria. Come Maria, prima missionaria nel portare Gesù ad Elisabetta, anche la Comunità ha il carisma di annunciare Gesù affinché possano essere generati figli e figlie nella Chiesa.
A fine giornata, la Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da Padre Ermete Aceto, della Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria. Padre Ermete ha sottolineato la pastoralità di Maria che intercede per noi e ci guida in questo cammino spirituale verso la lode e la gioia del cuore. Alla fine della S. Messa, è stata rinnovata la consacrazione della Comunità a Maria.
30 APRILE - TERZO GIORNO DI CONVEGNO: L’ANIMA MIA HA SETE DEL DIO VIVENTE!
Come sempre davanti ad un popolo che Lo loda, il Signore non cessa la ricerca di quanti fra noi , ancora nel terzo giorno di preghiera continua, sono pecore smarrite. La profezia del primo giorno “Sarà un Convegno di gioia” è ancorata nel cuore di ciascuno come una promessa per tutti i convenuti al Suo cospetto. È la nostra fiducia in Maria che sostiene la certezza della promessa. Anche l’assemblea fa la sua parte rimuovendo dal proprio cuore tutto ciò che preoccupa e opprime, come confermato dal passo 2Tm 2, 19 “Il Signore conosce quelli che sono suoi... si allontani dall'iniquità chiunque invoca il nome del Signore”.
Contro ogni evidenza e contro ogni sentimento negativo anche i più abbattuti avvertono il caldo abbraccio di Maria che sussurra parole dolcissime di incoraggiamento e di speranza: la gioia trionferà per tutti coloro che crederanno alla vittoria della Croce del Signore, che ha vinto le tenebre. Il canto soave elevato dall’assemblea diventa una sorgente di coraggio da condividere e, come sempre, riscalda il cuore, incoraggia i timorosi, scioglie i nodi gordiani che legano la nostra volontà, libera dalla paralisi spirituale.
“Coraggio popolo tutto... E al lavoro! … Il mio Spirito è in mezzo a voi... La gloria di questa seconda casa sarà maggiore di quella della prima... e in questo luogo Io darò la pace...” (Ag. 2, 4-10) : ecco la parola che sostiene e conferma quanto deve accadere in mezzo a noi. Molti sentono che è stato superata la soglia della speranza e che occorre a questo punto non voltarsi indietro, come fece Israele appena liberato dalla terra d'Egitto; occorre proseguire verso la terra promessa, verso le cose nuove che Dio ha preparato. La nuova alleanza, restaurata dal Signore che ha purificato e perdonato, ci rende motivo della Sua gioia di fronte a tutti i popoli “ Li purificherò... e ciò sarà per me motivo di gioia, di lode e di gloria” (Ger. 33, 8-10). Ancora una volta Cristo è risorto nella nostra assemblea come una nuova Pasqua.
Con i cuori in festa abbiamo accolto S.E. Mons. Gervasio Gestori, Vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto M.
Egli è per la Comunità Maria un tenero ed attento padre spirituale, tanto stimato ed apprezzato da ciascuno di noi, che non riusciamo a contenere la gioia di vederlo fra noi. Ha celebrato l’Eucaristia fra volti distesi e partecipi, sui quali si leggeva l’affetto per questo amabile Pastore.
Le parole del Vangelo (Gv 10, 1-10) presenta Gesù come il Buon Pastore che conosce le sue pecore, e le pecore riconoscono la voce del pastore e rifuggono il mercenario, lo straniero. Nell'omelia, Mons. Gestori ha posto l'accento sul fatto che Gesù è vivo, risorto dalla morte e conosce i dolori di ogni uomo, in ogni tempo.
Come Egli fece nel cenacolo con i suoi discepoli spaventati, così anche oggi dona a tutti noi (preoccupati, ansiosi, depressi) il Suo Spirito, per poter avere la pace, il perdono dei peccati e la gioia della Resurrezione. Mons. Gestori ha sottolineato come “non aspettarti che sia il mondo esterno a donarti il sorriso, a renderti contento, ma sarà il tuo stesso sorriso che ti farà felice e cambierà la tua vita e ciò che c’è intorno a te”. La gioia rende vittoriosi e generosi d'animo (Salmo 50). Questa verità è concreta e si fa realtà anche in ambiti impensabili, tanto che il presule ha portato ad esempio l'intervista rilasciata da un noto atleta che, dopo aver vinto la medaglia d'oro olimpica, ha affermato “non sono contento perché ho vinto, ma ho vinto perché sono contento”.
Durante la preghiera del pomeriggio Gesù ha fatto fiorire nei cuori dei presenti quella nuova primavera dello Spirito che rialza e ridà la vita! Una preghiera di benedizione è salita al cielo. Benedici il Signore anima mia! Abbiamo benedetto il Signore per tutta la nostra vita, per tutto ciò che Gesù ha permesso, per le creature che Lui ha posto al nostro fianco e per coloro che abbiamo lasciato a casa. La Comunità Maria ha spezzato il pane per i fratelli, anzi la Comunità stessa, per grazia di Dio, è divenuta Pane, Nutrimento Spirituale per tutte le creature! Una potenza straordinaria si è manifestata sull’assemblea: Gesù ha incoraggiato i suoi figli a non accontentarsi delle grazie ricevute! Non diamoci riposo! È stata annunciata la presenza di Dio Padre che con la sua paternità ha avvolto l’assemblea e, come in risposta alle nostre benedizioni ha fatto discendere dal cielo una pioggia di benedizioni per tutti i suoi figli! Abbà Padre! Immersi nel Suo amore, cullati da Lui siamo stati guariti nelle profondità dell’anima! Il Padre ha risposto alla richiesta dei suoi piccoli: “Lo voglio, sii guarito!”. Molte paralisi spirituali sono state sbloccate dall’amore del Padre. Il Signore ha avuto compassione delle sue creature e le ha guarite per sempre! Ha detto a ciascuno dei presenti: “Alzati! Prendi il tuo lettuccio e cammina!”.
L’incontro è stato arricchito dallo straordinario intervento di S. E. Mons. Giovanni Scanavino, padre Agostiniano e Vescovo Emerito di Orvieto-Todi, che ormai da anni è divenuto graditissimo ed atteso momento importante di crescita spirituale per tutti noi. Mons. Scanavino ha spezzato con noi la Parola tratta dal Magnificat “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”. Il presule ha sottolineato che la nostra collaborazione, la nostra adesione al progetto del Signore è fondamentale per permetterGli di operare il cambiamento nella nostra vita! Maria risponde alla chiamata con gioia: «Eccomi! Sono la serva del Signore!». Il Signore Onnipotente può realizzare ogni cosa, ma Lui ha deciso di avvalersi del nostro aiuto per trasformare il mondo! Proprio per questo è necessaria la nostra precisa e concreta collaborazione! Attraverso la potenza del suo Santo Spirito, uniti in Lui possiamo realmente cambiare il corso della Storia!
Per realizzare tutto ciò dobbiamo avere la fede di Maria che ha accolto la potenza dello Spirito Santo! Non c’è confronto tra la Potenza di Dio e quella degli uomini. Mentre Gesù muore, Egli consegna il Suo Spirito al Padre. Il Padre non lo conserverà per Sé, ma lo infonderà agli Apostoli ed alla Chiesa nascente nel giorno della Pentecoste. In questo modo, la Trinità ci ha dato e continua a donarci la vita, permettendoci di vivere le stesse beatitudini che Gesù ha proclamato. Avere fede significa accogliere lo Spirito di Dio, che, come Gesù stesso ci ha insegnato, permette di vivere la vita nell’imitazione di Cristo! Questa chiamata alla fede e al cammino nell’imitazione di Cristo è un messaggio universale, rivolto a ricchi e poveri. Ma è dai poveri e sofferenti che il Signore si aspetta il risultato migliore, perché a loro è rivolto principalmente il Suo Amore, ben sapendo che ai ricchi sembra già di aver avuto la propria ricompensa in questa vita.
Questo messaggio è davvero rivoluzionario, perché non tiene conto delle gerarchie sociali ma si rivolge a tutti gli uomini di buona volontà. Costoro sono coloro che, infusi dalla Grazia dello Spirito Santo, chiedono di essere arruolati nelle schiere del Signore per essere strumenti della Sua azione salvifica, diventando pane spezzato per tutti.
Su queste parole, un grande applauso scaturito spontaneamente dall’assemblea ha fatto da abbraccio affettuoso a Mons. Scanavino e soprattutto alle cose che ci ha voluto donare. Insieme a lui il nostro pensiero si è subito rivolto al bramato momento del Musical, rappresentazione che ogni anno i giovani della Comunità Maria preparano in modo sempre diverso e con grande calore, indicibile attenzione, profonda cura e splendida fantasia. Ancora una volta l’assemblea ha scoperto all’interno della Comunità straordinari nuovi talenti in fratelli e sorelle che si sono dimostrati subito pronti a metterli al servizio di Dio e della Comunità. Chi ha recitato, cantato e danzato ha portato sul palco scene della vita quotidiana, mettendo a nudo il tremendo, intimo e spesso soffocato dolore di chi è lontano dal Signore. Nello sviluppo delle scene, gli attori si trasformano in vivi interpreti; la tentata immedesimazione tecnica diviene esperienza che trasuda dalla vita vissuta e reale. I fratelli e le sorelle ci testimoniano come il grido dell’anima che chiede aiuto non rimane inascoltato dal Signore, che opera guarendo e liberando, esultando infine di gioia insieme con le Sue creature. La straordinaria bravura degli “attori” è sembrata a tutti un grande regalo del Signore, che ha donato alla Comunità uno strumento utile all’evangelizzazione e che non dovrà andare disperso.
1 MAGGIO - QUARTO GIORNO: “FINO A QUANDO IO VIVRÒ, IL MIO CUORE CANTERÀ IL TUO NOME”
C’è la gioia dello spirito nell’aria della grande tenda bianca che ci ospita per il quarto giorno di lode al Signore, in una comunione intensa e una concorde intesa, che ha sovrastato, finalmente, ogni difficoltà, ogni dubbio e incredulità e fugato ogni sterile disperazione. Stupore e tranquilla distensione si legge su molti volti rasserenati dalle carezze dello Spirito Santo, che non ha trascurato nessuno di noi con il suo soffio leggero e ristoratore. Volti che esprimono la contentezza immensa di chi ha incontrato Dio.
Maria, madre di tutti, invocata da un’ assemblea di fedeli rigenerati, sostiene un soave canto di lode che fa vibrare i più profondi strati del cuore : “fino a quando io vivrò, il mio cuore canterà il Tuo nome”. Ormai è chiaro a tutti, a quelli che lo hanno scoperto e a quelli che lo hanno riscoperto, che la Lode è la chiave che apre la porta del paradiso dell’ascolto di Dio quando ci parla dell’Amore per le Sue creature. E Dio non smette mai di parlarci d’Amore, perché ci conosce e sa quanto ne abbiamo bisogno. Un bisogno profondo, a volte celato per orgoglio, sordità spirituale, vigliaccheria. Ci parla d’Amore perché noi lo si possa donare a nostra volta, diffondendolo e testimoniandolo con il perdono coraggioso, con un gesto di generosa amicizia, disinteressato, così come deve essere l’Amore che il Signore ci ha insegnato ad esercitare. A confermare che il coraggio di amare in modo nuovo, senza riserve, noi stessi e il prossimo, si diffonde nella tenda e fuori di essa una sinfonia celeste: un canto in lingue che contagia chi non pensava mai di aprire la sua bocca, di rendere normale nella propria vita un gesto del corpo che poco prima gli appariva inconsulto, oscuro e quasi compromettente.
“Negli ultimi giorni, dice il Signore, Io effonderò il Mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno” (At 2, 17). Questo passo letto da un fratello è condiviso all’istante da tutti noi. La potente azione dello Spirito Santo resterà per sua natura un mistero non svelato, ma ormai certamente desiderato, invocato e avvertito con chiarezza e riconoscenza per i suoi effetti travolgenti da tutta l’assemblea. Guarigioni e grazie ritenute impossibili vengono chieste al Dio dell’impossibile, davanti al quale ogni ginocchio si piega in cielo, in terra e sottoterra. “Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce” (Lc 8, 16). Il Signore a questo punto ci ricorda che le sue Grazie servono soprattutto a fare di ciascun beneficiato luce per gli altri sofferenti perchè la salvezza si diffonda fra tutte le genti.
Le testimonianze che si sgranano sul palco assomigliano ad un rosario di fede e ringraziamento quanto da loro avvertito durante la preghiera e ad esprimere la loro riconoscenza per quanto Dio ha fatto per loro. Una sorella di Orvieto parla della missione comunitaria nel locale carcere e di quanto bene ne scaturisce sia per chi va nel nome del Signore, sia per chi accoglie la Sua parola di salvezza.
Don Fabio Bartoli parla brevemente del suo nuovo bellissimo libro "Uscite, popolo mio, da Babilonia”, che penetra con ispirata perizia nei codici simbolici dell'Apocalisse di S. Giovanni, definita dall'Autore come il "Vangelo di Gesù risorto".
La giornata conclusiva converge e si sublima nella Celebrazione Eucaristica, officiata da Mons. Scanavino. Il Prelato invita i genitori presenti a far crescere i loro bambini così come è cresciuto Gesù, prendendo coscienza della forza e della grazia del Battesimo, parlando con i propri figli un linguaggio d’amore, che faccia loro comprendere come nel loro cuore ci sia già tutto l’amore di Dio. Durante l’omelia – traendo spunto da un passo delle Confessioni di S. Agostino che recita: “Ho ricevuto il nome di Gesù e l’ho succhiato con il latte di mia madre” – Mons. Scanavino pone un quesito ai genitori presenti, chiedendo loro come sia possibile comunicare Gesù tramite il latte materno. A tal riguardo sottolinea che il Signore, morendo, ha lasciato a tutti il Suo Spirito che si riceve nel Battesimo e che occorre far intendere ai bambini questa verità fondamentale, ovvero, appunto, che essi possiedono lo Spirito di Cristo, che anzi essi stessi sono Cristo e che, pertanto, sono dotati della capacità di amare, di perdonare e di obbedire propria di Gesù. Tutto ciò deve essere insegnato ai figli quanto prima, sicché in essi prevalga lo Spirito dell’amore divino e non già lo Spirito del mondo. Conclude, quindi, ribadendo l’indispensabile e nodale compito dei genitori nel far sì che i propri figli crescano entusiasti nell’amore di Dio: sono loro i primi catechisti dell’amore divino.
Nella gioia si conclude così il 36° Convegno e alla luce della Profezia “L’anima mia magnifica il Signore”, che ci accompagnerà per tutto questo anno comunitario, riprendiamo il nostro cammino comunitario.