
37° CONVEGNO NAZIONALE
"Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù" (Fil 2, 5)
Il Convegno costituisce ogni anno il punto di arrivo e di partenza del cammino spirituale della Comunitá Maria. Durante i giorni del Convegno, immersa in un clima di intensa preghiera di lode e di comunione ecclesiale, la Comunitá vive la grazia di una rinnovata effusione dello Spirito che si manifesta con l'abbondanza dei suoi doni e carismi. In questa pagina potrete rileggere quanto vissuto al Convegno dai fratelli e dalle sorelle.
25 Aprile - Primo giorno del Convegno.
Per la 37.ma volta siamo di nuovo riuniti a Fiuggi per lodare il Signore nell'annuale Convegno Nazionale della Comunità Maria.
Ed è questa la prima Grazia che il Signore ci ha fatto.
Molti di noi, infatti, sono giunti al Palaterme, allestito a festa, tra le mille difficoltà generate da una crisi che ha colpito molto duramente ogni famiglia e che sembra non dovere finire mai. Ma la Fede nel Signore della Comunità Maria è grande.
Quale occasione migliore di una Comunità unita e concorde che prega il Dio dell'impossibile per vivere momenti di Paradiso, alleggeriti da ogni peso e angoscia, per potersi caricare di divina fiducia e consolante speranza?
Don Fabio Bartoli prima di iniziare ha benedetto con Acqua Santa ciascuno di noi e la splendida tenda che ci ospita. La benedizione ricevuta ha allontanato in un momento ogni pensiero e, immersi in quel bagno di santità, ci siamo sentiti pronti vivere insieme il Vangelo. Proprio come ha sottolineato il "nostro" amatissimo Cardinale Elio Sgreccia, nella sua bellissima omelia, quando ha ricordato l'Evangelista Marco che, in piena comunione con Pietro e Paolo, ha prescritto con chiarezza la necessità che Vangelo e Comunità si realizzino insieme. I numerosi concelebranti, fra cui S. E. Mons. Scanavino e don Maurizio Mirilli, hanno ascoltato assieme a noi l'esortazione a vivere il Vangelo proprio come ha fatto S. Marco, spendendo la propria vita per il Signore, con piena fiducia in Lui. Conoscere e annunciare ciò che per Grazia si è conosciuto. Tanto evangelizzeremo, quanto saremmo stati capaci di creare sintonia nella Comunità che segue le orme di Gesù. La giornata si è conclusa con l'espressione di amicizia e fraterna gioia che la Comunità ha tributato ai nostri attesi ospiti.
27 Aprile - Terzo giorno di Convegno:
Il terzo giorno si apre con un dolce canto di affidamento a Maria Santissima. In un attimo tutta la Comunità è accolta nel grembo della Madre e può esprimere con forza i suoi carismi di lode, liberazione e guarigione. Ancora una volta questa Madre incomparabile viene a spezzare catene antiche e rischiarare tenebre perché i suoi figli siano liberi di lodare il Signore.
La relazione: “Per questo Dio lo ha esaltato” (Filippesi 2-9) si diffonde nell’aria della tenda rischiarata dalla presenza di Maria.Si tratta del seguito della profezia di questo Convegno “… egli pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini …”. Dunque siamo tutti chiamati alla Santità, a spogliarci di noi stessi e diventare, sull’esempio di nostro Signore, servi di ogni uomo.È una strada lunga e difficile: camminare nel mondo verso questa splendida meta ci porta a vivere, nel profondo, la vera umiltà.
Nell’umiltà ci trasformiamo in persone che, secondo la mentalità corrente, sono poco considerate, spesso compatite o derise. Occorre saper sopportare questa condizione, con l’aiuto della Grazia e della preghiera. Non c’è un’ altra via che questa: siamo chiamati ad essere nel mondo, ma a non essere del mondo misconosciuti da tutti, ma stimati da Dio, che ci conosce da sempre e riconosce ogni momento della nostra vita, che ha scritto il nostro nome sul palmo delle sue mani.
Siamo quindi parte di Lui, strumenti mandati a realizzare nel mondo i suoi misteriosi piani di salvezza. Dobbiamo in questo cammino a fianco di Gesù essere sempre pronti a combattere la tentazione di soccombere allo “spirito del mondo” che ci tenta e vuole farci ricadere nella schiavitù dell’abbattimento e della paura. Guardiamo allora ai Santi che ci hanno preceduto su questa strada e ricordiamo anche la forte esortazione degli ultimi Pontefici: “Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte a Cristo”.
La Santa Messa, celebrata da Don Fabio Bartoli, è stata seguita con eccezionale trasporto e concentrazione da tutti e ha risolto i pochissimi di noi che erano comunque rimasti indietro a venire nelle braccia del Signore attraverso l’Eucaristia e quando il Vangelo ha proclamato: “… chi crede in Me farà le stesse cose che faccio Io …”
Don Fabio come sempre ha dato colore e calore alla sua Omelia, commentando con toni alti e ispirati la Parola che abbiamo ricevuto per questo Convegno, sottolineandone la potenza smisurata, confermata dalle parole del Vangelo del giorno.
L’unione profonda con Dio c’è stata da sempre nella nostra fede, ma è la prima volta che viene data anche ai laici, con una gratuità inconcepibile prima dell’annuncio della Buona Novella.
Il Signore ci fa uguali a Lui dicendoci: “… abbiate gli stessi sentimenti di Cristo Gesù …”. Il pericolo che corriamo è essere incostanti e superficiali. La Grazia ci è concessa gratuitamente; trattenerla, custodirla, farne la nostra compagna di viaggio costante è la battaglia di tutta la vita che siamo chiamati a combattere ogni istante. Il primo passo da fare è sempre lo stesso: l’umiltà.
Occorre piegare le ginocchia e abbandonare la pretesa di essere noi a portare avanti la nostra vita.
Il secondo passo è la preghiera incessante. Chiamare continuamente il Signore a vivere in noi.
Avere gli stessi sentimenti di Gesù è meraviglioso. Averli conosciuti, riconosciuti, assaporati solo per un attimo e accontentarsi di questo non è aver raggiunto un traguardo, ma può essere solo fonte di inqiuietudine. Questo perché perdere la coscienza e la volontà di essere nella Misericordia di Dio significa ricadere nell’oscurità, nella illusione e nelle falsità del mondo.
Occorre trattenere presso di noi la Grazia santificante concessa dal Signore, perseguendo l’umiltà e nutrendoci della preghiera e, soprattutto, della Santa Eucaristia. E non basta, il Cristiano in quanto battezzato deve sentire la gioia di annunciare il Vangelo a tutte le creature. Questo serve certamente agli uomini e alle donne che avremo avvicinato, ma serve soprattutto a noi stessi. Perché la Grazia, per non perderla, bisogna diffonderla. Perché ci è stata data per santificare la vita degli altri e la nostra.
30 APRILE - TERZO GIORNO DI CONVEGNO: L’ANIMA MIA HA SETE DEL DIO VIVENTE!
Come sempre davanti ad un popolo che Lo loda, il Signore non cessa la ricerca di quanti fra noi , ancora nel terzo giorno di preghiera continua, sono pecore smarrite. La profezia del primo giorno “Sarà un Convegno di gioia” è ancorata nel cuore di ciascuno come una promessa per tutti i convenuti al Suo cospetto. È la nostra fiducia in Maria che sostiene la certezza della promessa. Anche l’assemblea fa la sua parte rimuovendo dal proprio cuore tutto ciò che preoccupa e opprime, come confermato dal passo 2Tm 2, 19 “Il Signore conosce quelli che sono suoi... si allontani dall'iniquità chiunque invoca il nome del Signore”.
Contro ogni evidenza e contro ogni sentimento negativo anche i più abbattuti avvertono il caldo abbraccio di Maria che sussurra parole dolcissime di incoraggiamento e di speranza: la gioia trionferà per tutti coloro che crederanno alla vittoria della Croce del Signore, che ha vinto le tenebre. Il canto soave elevato dall’assemblea diventa una sorgente di coraggio da condividere e, come sempre, riscalda il cuore, incoraggia i timorosi, scioglie i nodi gordiani che legano la nostra volontà, libera dalla paralisi spirituale.
“Coraggio popolo tutto... E al lavoro! … Il mio Spirito è in mezzo a voi... La gloria di questa seconda casa sarà maggiore di quella della prima... e in questo luogo Io darò la pace...” (Ag. 2, 4-10) : ecco la parola che sostiene e conferma quanto deve accadere in mezzo a noi. Molti sentono che è stato superata la soglia della speranza e che occorre a questo punto non voltarsi indietro, come fece Israele appena liberato dalla terra d'Egitto; occorre proseguire verso la terra promessa, verso le cose nuove che Dio ha preparato. La nuova alleanza, restaurata dal Signore che ha purificato e perdonato, ci rende motivo della Sua gioia di fronte a tutti i popoli “ Li purificherò... e ciò sarà per me motivo di gioia, di lode e di gloria” (Ger. 33, 8-10). Ancora una volta Cristo è risorto nella nostra assemblea come una nuova Pasqua.
Con i cuori in festa abbiamo accolto S.E. Mons. Gervasio Gestori, Vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto M.
Egli è per la Comunità Maria un tenero ed attento padre spirituale, tanto stimato ed apprezzato da ciascuno di noi, che non riusciamo a contenere la gioia di vederlo fra noi. Ha celebrato l’Eucaristia fra volti distesi e partecipi, sui quali si leggeva l’affetto per questo amabile Pastore.
Le parole del Vangelo (Gv 10, 1-10) presenta Gesù come il Buon Pastore che conosce le sue pecore, e le pecore riconoscono la voce del pastore e rifuggono il mercenario, lo straniero. Nell'omelia, Mons. Gestori ha posto l'accento sul fatto che Gesù è vivo, risorto dalla morte e conosce i dolori di ogni uomo, in ogni tempo.
Come Egli fece nel cenacolo con i suoi discepoli spaventati, così anche oggi dona a tutti noi (preoccupati, ansiosi, depressi) il Suo Spirito, per poter avere la pace, il perdono dei peccati e la gioia della Resurrezione. Mons. Gestori ha sottolineato come “non aspettarti che sia il mondo esterno a donarti il sorriso, a renderti contento, ma sarà il tuo stesso sorriso che ti farà felice e cambierà la tua vita e ciò che c’è intorno a te”. La gioia rende vittoriosi e generosi d'animo (Salmo 50). Questa verità è concreta e si fa realtà anche in ambiti impensabili, tanto che il presule ha portato ad esempio l'intervista rilasciata da un noto atleta che, dopo aver vinto la medaglia d'oro olimpica, ha affermato “non sono contento perché ho vinto, ma ho vinto perché sono contento”.
Durante la preghiera del pomeriggio Gesù ha fatto fiorire nei cuori dei presenti quella nuova primavera dello Spirito che rialza e ridà la vita! Una preghiera di benedizione è salita al cielo. Benedici il Signore anima mia! Abbiamo benedetto il Signore per tutta la nostra vita, per tutto ciò che Gesù ha permesso, per le creature che Lui ha posto al nostro fianco e per coloro che abbiamo lasciato a casa. La Comunità Maria ha spezzato il pane per i fratelli, anzi la Comunità stessa, per grazia di Dio, è divenuta Pane, Nutrimento Spirituale per tutte le creature! Una potenza straordinaria si è manifestata sull’assemblea: Gesù ha incoraggiato i suoi figli a non accontentarsi delle grazie ricevute! Non diamoci riposo! È stata annunciata la presenza di Dio Padre che con la sua paternità ha avvolto l’assemblea e, come in risposta alle nostre benedizioni ha fatto discendere dal cielo una pioggia di benedizioni per tutti i suoi figli! Abbà Padre! Immersi nel Suo amore, cullati da Lui siamo stati guariti nelle profondità dell’anima! Il Padre ha risposto alla richiesta dei suoi piccoli: “Lo voglio, sii guarito!”. Molte paralisi spirituali sono state sbloccate dall’amore del Padre. Il Signore ha avuto compassione delle sue creature e le ha guarite per sempre! Ha detto a ciascuno dei presenti: “Alzati! Prendi il tuo lettuccio e cammina!”.
L’incontro è stato arricchito dallo straordinario intervento di S. E. Mons. Giovanni Scanavino, padre Agostiniano e Vescovo Emerito di Orvieto-Todi, che ormai da anni è divenuto graditissimo ed atteso momento importante di crescita spirituale per tutti noi. Mons. Scanavino ha spezzato con noi la Parola tratta dal Magnificat “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”. Il presule ha sottolineato che la nostra collaborazione, la nostra adesione al progetto del Signore è fondamentale per permetterGli di operare il cambiamento nella nostra vita! Maria risponde alla chiamata con gioia: «Eccomi! Sono la serva del Signore!». Il Signore Onnipotente può realizzare ogni cosa, ma Lui ha deciso di avvalersi del nostro aiuto per trasformare il mondo! Proprio per questo è necessaria la nostra precisa e concreta collaborazione! Attraverso la potenza del suo Santo Spirito, uniti in Lui possiamo realmente cambiare il corso della Storia!
Per realizzare tutto ciò dobbiamo avere la fede di Maria che ha accolto la potenza dello Spirito Santo! Non c’è confronto tra la Potenza di Dio e quella degli uomini. Mentre Gesù muore, Egli consegna il Suo Spirito al Padre. Il Padre non lo conserverà per Sé, ma lo infonderà agli Apostoli ed alla Chiesa nascente nel giorno della Pentecoste. In questo modo, la Trinità ci ha dato e continua a donarci la vita, permettendoci di vivere le stesse beatitudini che Gesù ha proclamato. Avere fede significa accogliere lo Spirito di Dio, che, come Gesù stesso ci ha insegnato, permette di vivere la vita nell’imitazione di Cristo! Questa chiamata alla fede e al cammino nell’imitazione di Cristo è un messaggio universale, rivolto a ricchi e poveri. Ma è dai poveri e sofferenti che il Signore si aspetta il risultato migliore, perché a loro è rivolto principalmente il Suo Amore, ben sapendo che ai ricchi sembra già di aver avuto la propria ricompensa in questa vita.
Questo messaggio è davvero rivoluzionario, perché non tiene conto delle gerarchie sociali ma si rivolge a tutti gli uomini di buona volontà. Costoro sono coloro che, infusi dalla Grazia dello Spirito Santo, chiedono di essere arruolati nelle schiere del Signore per essere strumenti della Sua azione salvifica, diventando pane spezzato per tutti.
Su queste parole, un grande applauso scaturito spontaneamente dall’assemblea ha fatto da abbraccio affettuoso a Mons. Scanavino e soprattutto alle cose che ci ha voluto donare. Insieme a lui il nostro pensiero si è subito rivolto al bramato momento del Musical, rappresentazione che ogni anno i giovani della Comunità Maria preparano in modo sempre diverso e con grande calore, indicibile attenzione, profonda cura e splendida fantasia. Ancora una volta l’assemblea ha scoperto all’interno della Comunità straordinari nuovi talenti in fratelli e sorelle che si sono dimostrati subito pronti a metterli al servizio di Dio e della Comunità. Chi ha recitato, cantato e danzato ha portato sul palco scene della vita quotidiana, mettendo a nudo il tremendo, intimo e spesso soffocato dolore di chi è lontano dal Signore. Nello sviluppo delle scene, gli attori si trasformano in vivi interpreti; la tentata immedesimazione tecnica diviene esperienza che trasuda dalla vita vissuta e reale. I fratelli e le sorelle ci testimoniano come il grido dell’anima che chiede aiuto non rimane inascoltato dal Signore, che opera guarendo e liberando, esultando infine di gioia insieme con le Sue creature. La straordinaria bravura degli “attori” è sembrata a tutti un grande regalo del Signore, che ha donato alla Comunità uno strumento utile all’evangelizzazione e che non dovrà andare disperso.
28 Aprile - Quarto giorno:
È l’ultimo giorno assieme per quest’anno. Ma no! È invece il primo giorno da vivere ripieni di Spirito Santo assieme anche quando saremo lontani. Guardiamo la tenda che ci ha ospitato e ci sembra troppo piccola. Poi capiamo che siamo noi ad essere diventati incontenibilmente più grandi, maturi, perché nutriti dalla vicinanza di Gesù e Maria.
Guardiamo i volti rasserenati e pieni di vigore ascetico, pur dopo estenuanti ore di preghiere e canti che hanno oltrepassato, come sempre, le nostre povere forze, facendoci sembrare giganti instancabili.
Il Comitato di Servizio, dal palco, spezza ancora la Parola della Profezia, quasi a volerne stavolta dare la pienezza: ci impegniamo a essere Gesù che cammina per il mondo. È come un segnale convenuto: si diffonde improvvisamente nella sala una potente invocazione dello Spirito. E lo Spirito ci parla con parole nette e inequivocabili: siamo chiamati a vivere la grande responsabilità, insieme a mille grazie, di essere testimoni veri e coerenti.
Quando la preghiera si placa, il sindaco di Fiuggi, Fabrizio Martini, ci dà il benvenuto e annuncia che, il prossimo anno, saranno consegnate alla Comunità Maria le chiavi della città, come segno di riconoscenza per la fedeltà a questa splendida cittadina. Il prossimo anno, infatti, saranno diciotto gli anni che la Comunità Maria avrà scelto Fiuggi per radunarsi e diventerà, come ha sottolineato il Sindaco, cittadina onoraria “maggiorenne”.
In cuor nostro ci siamo detti che vorremmo tutti diventare anche e soprattutto Cristiani maggiorenni e avere le chiavi della Città Celeste dalle mani del Sindaco del Paradiso, per aver seguito nelle nostre vite, più o meno tribolate, il comandamento di Gesù ad essere comunque, con il Suo aiuto, responsabili testimoni veri e coerenti!
La Santa Messa è celebrata da S.E. Mons. Gervasio Gestori, grande amico fraterno della nostra Comunità, Vescovo della Diocesi di S. Benedetto del Tronto- Ripatransone – Montalto, che ci onora da anni della Sua presenza e della Sua preziosa guida spirituale.
La parola del Vangelo “amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi” è l’ultimo invito di Gesù prima di salire sulla Croce, è il Suo testamento spirituale ed è anche il Suo Comandamento più difficile al quale obbedire, ma irrinunciabile per chiunque voglia seguire la Sua strada, per diventare Cristiani veri, simili a Gesù. La Croce, finché ci farà paura, sarà il discrimine fra la vita di un Cristiano apprendista e un Cristiano maturo, a sua volta annunciatore in letizia, come Francesco, della bellezza della vita e del creato, della verità e della libertà. Niente di facile, ma Gesù non ha mai detto lo fosse. Tanto è vero che ci ha fatto vedere Lui come si fa ad essere Cristiani veri. E non solo: ci ha donato innumerevoli episodi eroici di Beati e Santi che hanno replicato la Sua perfezione di modello cristiano, in ogni tempo, attraversando la storia dei popoli in ogni latitudine della terra.
Il momento dell’Offertorio e canti del coro sono stati animati dai numerosi e incantevoli bambini della Comunità. Non sono momenti qualsiasi. Nei nostri bambini scorgiamo speranza e futuro, riponiamo la speranza che la nostra guida di genitori e nonni Cristiani possa riempire di grazia e felicità coloro che ci sopravviveranno. In questa felice commozione si capisce che il cielo è disceso sulla terra, proprio dove siamo noi, per farci gustare un anticipo della “tenerezza” infinita del Padre. Ai nostri figli più grandicelli abbiamo dedicato quest’anno una particolare cura nel riservare uno spazio e un tempo apposito dedicato a loro, con un insegnamento adatto alla giovane età, curato dai più esperti fra noi. E’ una iniziativa che non tralasceremo di replicare non solo in occasione delle riunioni plenarie, ma anche in tutte le altre occasioni che ci vedranno riuniti.
Saluti e abbracci molto più veri di quando ci siamo incontrati tre giorni fa hanno segnato la conclusione del 37° Convegno della Comunità Maria. Tornando a casa sapremo quanta radice sarà cresciuta in noi dell’albero della vita vera, da curare e custodire senza sosta, senza ripensamenti, con coraggio e determinazione.
Un abbraccio a tutti da parte di noi tutti cronisti di queste splendide, indimenticabili giornate.