
38° CONVEGNO NAZIONALE
"Ecco, io faccio entrare in voi lo Spirito e rivivrete" (Ez 37, 5)
24 Aprile
Giovedì 24 aprile 2014 si apre a Fiuggi il 38°Convegno Nazionale della Comunità Maria. La giornata è radiosa, contro tutte le previsioni meteo. Il viale alberato e i giardini circostanti, con la luce particolare del pomeriggio, tutto si colora di intenso contrasto cromatico. Tutto attorno a noi preannuncia letizia e gioia.
Sono le sedici.
All’interno tutto è pronto: la cappellina, la sacrestia, gli angoli per le confessioni, la segreteria, già in piena attività. La nuova tenda è un po’ più piccola rispetto a quella degli anni precedenti, ma vi si respira un clima di gioiosa animazione denso di aspettative. Sembra una grande casa come la disegnano i bambini, spalancata ad accogliere chiunque voglia entrarvi, una chiesa che abbraccia e coinvolge i suoi fedeli con canti, ad alto potenziale spirituale ed emotivo, che accolgono i convenuti, ne favoriscono il lieto raccoglimento, predisponendo alla preghiera in comunione fraterna chiunque entri in tenda. L’architettura spiccia ed essenziale della tenda ne beneficia subito: tutto lo spazio attorno a noi si colora e si anima, tutto si trasforma e si ristruttura. Tutto si fa bello. Tutto si trasforma in casa. A poco, a poco gli spazi si riempiono e si colorano di varia umanità: c’è chi si guarda attorno, chi si saluta, chi si abbraccia, chi prende posto. Lentamente si comincia a respirare la Grazia di Dio, come fa una creatura che si accinge a rinascere, un fiore che sta per sbocciare…
Don Claudio Gargagli benedice la sala: “Vieni, Signore, donaci il tuo Spirito. Vieni a fare nuova ogni cosa. Vieni a sanare noi e questo luogo”. Si leva un canto nuovo, che porta il titolo della Profezia che ci ha radunati a Convegno: “Ecco, io faccio entrare in voi lo Spirito e rivivrete”.
Il canto continua ad accompagnare la Preghiera sorretta dalla Parola di Dio. Lo Spirito Santo scenderà e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra (Lc. 1,36). Il Signore ci esorta ad affidarci a Maria poiché lei, come non altri, sà che “nulla è impossibile a Dio”.
Segue una profezia in lingue: “Prima di formarti nel seno di tua madre io già ti conoscevo, ti ho chiamato alla vita e tu mi appartieni”.
Il Signore viene a ricostruire il nostro corpo e il nostro spirito, ma ci chiede di credere in Lui, ci chiede di accogliere una fede che non ha paura. I nostri cuori si aprono alla tenerezza di Dio e la nostra lode sigilla questo incontro della creatura col suo Creatore.
Un caloroso applauso accoglie Sua Em.za Rev. ma Card. Elio Sgreccia che si dice felice di questo “ incontro personale e comunitario, comunitario perché personale”. Inizia la Celebrazione Eucaristica con la liturgia della Parola. Le letture sono gocce che scavano nella profondità dell’anima che si nutre di Dio.
Commentandole, il Cardinale Sgreccia dice che quando Dio crea, ogni cosa è pensata da Lui nel Figlio, con l’Amore che è lo Spirito Santo. Per questo tutti noi siamo stati concepiti nella Trinità. Non siamo un caso, non siamo polvere nell’universo. Siamo stati voluti, pensati e generati dal Padre nel Figlio e nello Spirito Santo. Per questo la vita di ogni uomo è sacra. Nel Battesimo siamo stati rigenerati nella vita propria di Dio, nella vita soprannaturale di Gesù risorto, e in questa e per questa sua umanità trasformata – arricchita dallo Spirito – siamo eredi della vita eterna.
Una fila di bambini avanza fino all’altare. Il Cardinale Sgreccia benedice uno ad uno i nostri figli, accarezzandoli con tenerezza. E su questa nota di grande emozione si chiude la prima giornata di festa grande della Comunità Maria.
Il 38°Convegno si è aperto in un forte spirito di comunione, con Gesù che cammina al nostro fianco, sorreggendo chi mostra difficoltà, servendosi della paterna presenza di un pastore di straordinario spessore com’è Mons. Sgreccia, che ci ha incoraggiati con grande, paterna e fraterna amicizia.
Più liberi e leggeri, ci ritroviamo in cammino per un nuovo giorno senza paure, pieni di Fede, con le porte aperte alla Speranza, pronti alla Carità, che è Amore di Dio e fraternità.
Alleluia!
25 aprile
Le preghiere di questo Convegno resteranno come pietre miliari nella lunga storia della Comunità Maria: terra e cielo si sono incontrati, un unico corpo col Cristo Risorto. Ciò che il Signore ha voluto iniziare a dirci venerdì e domenica completare e intrecciare in un filo unico, logicamente annodabile in un solo testo più compiuto. Per questo abbiamo fuso in una sola relazione le due giornate di preghiera.
“Io risponderò al cielo ed esso risponderà alla terra”: è vero! Dio ha risposto alla sua creazione e la creazione ha risposto a ciò che il popolo di Dio invocava: la resurrezione, la sovrabbondanza della vita. Siamo entrati nella tenda come falsi viventi, ne usciamo come popolo vivo, testimone di resurrezione, profeti e annunciatori della Vita che non tramonta, la vita in Cristo.
Mai come ora abbiamo sperimentato la potenza della lode, una lode fatta non di parole, ma di fede. Davanti a un Cristo vivo, davanti ad un Padre misericordioso che dona suo Figlio per noi, abbiamo steso come tappeti le nostre storie, la nostra vita, le nostre ossa inaridite dalla mancanza di fede e dalla incapacità di perdonare, di amare e di sentirci amati. Abbiamo mostrato al Signore le nostre sofferenze e tutti i limiti della nostra umanità dolente. È venuta Maria, Regina del cielo; è venuta con la potenza della sua intercessione; è venuta a indicarci il Figlio perché da Lui verrà l’aiuto per spezzare le catene di morte. Egli solo può guarire la cecità spirituale che ci impedisce di scendere nelle radici della nostra esistenza, per scoprire la bellezza e la grandezza del dono della vita.
“Ora così dice il Signore che ti ha creato, Giacobbe, che ti ha plasmato, Israele. Non temere perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni” (Is 43, 1-3).
La potenza della lode apre i cuori, e, nei cuori finalmente spalancati, entra la potenza dello Spirito, entra l’esperienza della Resurrezione, entra la presenza viva del Risorto.
Lo stesso Spirito che ha resuscitato Gesù viene a ridare la vita a noi. Lo Spirito vuole essere per noi la pietra angolare su cui ricostruire la nostra vita. Tutta la Comunità viene rigenerata nel grembo di Maria, come in una nuova creazione: “La gloria futura di questa casa sarà più grande di quella di una volta, dice il Signore degli eserciti; in questo luogo porrò la pace”. Alla Comunità Maria è riconfermata, con l’autorità della Parola di Dio, la forte vocazione profetica e il mandato di annunciare al mondo il Vangelo della vita, il Vangelo della salvezza.
Durante la mattina dopo la preghiera comunitaria abbiamo ascoltato la relazione di don Fabio Bartoli sul tema del convegno: “Ecco, io faccio entrare in voi lo Spirito e rivivrete” (Ez, 37,5)
26 aprile
All’inizio di questo nuovo giorno, il terzo del Convegno, il Signore ci ha presi per mano e ci ha condotto in uno spazio-tempo per noi familiare, che si offre a noi sempre caldo e accogliente: nell’oasi felice della preghiera di lode, quella “cabina telefonica” speciale, laddove possiamo ascoltare la Sua Parola. Ai nostri cuori aperti dal canto e dalla preghiera ha parlato e ci ha chiesto di:
benedirlo e di ringraziarlo del dono della vita, così come Lui ce l’ha donata;
credere nella potenza del suo Sangue Prezioso che libera da ogni male e guarisce da ogni infermità fisica e spirituale;
gioire perché è stato precipitato l’accusatore dei fratelli;
portare il suo amore nel mondo e di annunciarlo ad ogni creatura
“Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa… per il quale sono stato costituito messaggero, apostolo e maestro” (2 Tim. 1,9-11).
Questo è il cammino che ci ha indicato e, perché Lui possa fare in noi una Nuova Creazione, ci ha ricolmati di benedizioni, fede, gioia, l’unico, ma indispensabile, bagaglio che veramente serve nel viaggio della vita per essere suoi profeti. Sì: il Signore ci manda a portare nel mondo il suo amore. Con dolcezza e misericordia ha riempito col suo Spirito ogni nostra povertà: ci ha riscattati dal potere di Satana, ci ha guariti, sanati, consolati.
Ci ha amati. Lo aveva annunciato, lo ha fatto e lo ha confermato con la sua Parola: “… ma io ti libererò in quel giorno (…) perché hai avuto fiducia in me” (Ger 39, 17-18).
L’Adorazione Eucaristica è un momento solenne durante il quale Gesù ha guardato tutta la nostra vita e ai piedi del Suo Santo Altare sono state offerte tutte le paure, le ferite del cuore e dell’anima, le malattie fisiche e spirituali… Come a Lazzaro, anche a ciascuno dei presenti il Signore ha detto: “Vieni fuori!”. Gesù Eucarestia ha attirato a sé tutti i suoi figli e nel canto profetico il Signore ha detto: “Io ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni!”. È stato un momento di Grazia meraviglioso che ha avvolto tutta l’assemblea come una carezza tenera di un Padre ai suoi figli, come l’abbraccio affettuoso di una madre…
“Vuoi risorgere con me?”, il Signore ha ridonato la vita a quanti hanno risposto di Sì e anche le persone che abbiamo lasciato a casa attraverso la nostra preghiera di intercessione sono state toccate dal Suo “alito di Vita”!
La giornata si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica presieduta da don Claudio Gargagli, il quale durante la sua omelia ha sottolineato la carità del Signore che non ci schiaccia, ma ci ha fatto sperimentare la sua tenerezza attraverso il suo abbraccio d’amore! Eravamo “morti” e siamo tornati in vita attraverso la potenza dello Spirito Santo!
27 aprile
Le preghiere di questo Convegno resteranno come pietre miliari nella lunga storia della Comunità Maria: terra e cielo si sono incontrati, un unico corpo col Cristo Risorto. Ciò che il Signore ha voluto iniziare a dirci venerdì e domenica completare e intrecciare in un filo unico, logicamente annodabile in un solo testo più compiuto. Per questo abbiamo fuso in una sola relazione le due giornate di preghiera.
“Io risponderò al cielo ed esso risponderà alla terra”: è vero! Dio ha risposto alla sua creazione e la creazione ha risposto a ciò che il popolo di Dio invocava: la resurrezione, la sovrabbondanza della vita. Siamo entrati nella tenda come falsi viventi, ne usciamo come popolo vivo, testimone di resurrezione, profeti e annunciatori della Vita che non tramonta, la vita in Cristo.
Mai come ora abbiamo sperimentato la potenza della lode, una lode fatta non di parole, ma di fede. Davanti a un Cristo vivo, davanti ad un Padre misericordioso che dona suo Figlio per noi, abbiamo steso come tappeti le nostre storie, la nostra vita, le nostre ossa inaridite dalla mancanza di fede e dalla incapacità di perdonare, di amare e di sentirci amati. Abbiamo mostrato al Signore le nostre sofferenze e tutti i limiti della nostra umanità dolente. E’ venuta Maria, Regina del cielo; è venuta con la potenza della sua intercessione; è venuta a indicarci il Figlio perché da Lui verrà l’aiuto per spezzare le catene di morte. Egli solo può guarire la cecità spirituale che ci impedisce di scendere nelle radici della nostra esistenza, per scoprire la bellezza e la grandezza del dono della vita.
“Ora così dice il Signore che ti ha creato, Giacobbe, che ti ha plasmato, Israele. Non temere perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni” ( Is 43, 1-3).
La potenza della lode apre i cuori, e, nei cuori finalmente spalancati, entra la potenza dello Spirito, entra l’esperienza della Resurrezione, entra la presenza viva del Risorto.
Lo stesso Spirito che ha resuscitato Gesù viene a ridare la vita a noi. Lo Spirito vuole essere per noi la pietra angolare su cui ricostruire la nostra vita. Tutta la Comunità viene rigenerata nel grembo di Maria, come in una nuova creazione:
“La gloria futura di questa casa sarà più grande di quella di una volta, dice il Signore degli eserciti; in questo luogo porrò la pace”.
Alla Comunità Maria è riconfermata, con l’autorità della Parola di Dio, la forte vocazione profetica e il mandato di annunciare al mondo il Vangelo della vita, il Vangelo della salvezza.