
INCONTRO REGIONALE CALABRIA 2004
«Coraggio! Alzati, ti chiama!» (Mc. 10,49)
È tratto dal capitolo 10 del vangelo di Marco il versetto profetico, oggetto di profonda riflessione interiore, che ha guidato il consueto annuale itinerario spirituale della Comunità Maria delle varie località della Calabria, insieme riunite nell’accogliente istituto delle suore benedettine di Cetraro, in occasione del IX Incontro regionale della Comunità Maria, tenutosi il 12, 13 e 14 novembre.
Lo straordinario incontro tra Bartimeo, il cieco di Gerico, creatura la cui storia personale è ormai confinata nel più “buio” fallimento e la più bieca rassegnazione della propria esperienza umana e Gesù, luce che entra nella sua storia e ne stravolge completamente la realtà, è per noi segnatamente emblema e simbolo della novità che l’esperienza profonda di Dio offre al cuore dell’uomo, quale occasione per un profondo e radicale cambiamento della propria vita.
Bartimeo, diviene dunque, maestro di preghiera: gli insistenti ammonimenti a vario titolo rivoltogli al fine di indurlo a tacere, non riescono infatti a soffocare il grido disperato e “ingombrante” della voce della sua preghiera.
Egli ci insegna così a pregare. Ci rivela l’autenticità della preghiera del cuore, ci offre la chiave di lettura per superare le rigide strutture di un’ossequiosa e timida invocazione che si esaurisce spesso in una sterile richiesta di più o meno benevoli interventi da parte di Dio; egli, infatti, rivelando sfrontatamente la natura divina di Gesù, nell’urlare «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!», suscita in maniera provocatoria in lui una sfida di fede, che lo costringa a dimostrare concretamente la sua presenza d’amore nella storia personale di ogni uomo.
Gesù, che per quell’incontro stravolge completamente il suo itinerario, compiendo infatti una lunga deviazione da Gerusalemme, dove vivrà l’esperienza dolorosa della croce, a Gerico, non delude le aspettative di Bartimeo.
Chiede ai suoi discepoli di condurlo alla sua presenza, ne ascolta le invocazioni e guarendone la cecità degli occhi, segno visibile di una cecità interiore, sconvolge e rinnova il suo vissuto.
Significativo e fondamentale il colloquio tra i due. Gesù, nel chiedergli : «cosa vuoi che ti faccia?» , lo induce ad una piena assunzione di responsabilità; la guarigione costituirà per esso, senz’altro, l’occasione per abbandonare il vittimistico atteggiamento di “cieca rassegnazione” in cui si era lungamente crogiolato, elemosinando miseramente un po’ di commiserazione umana.
Gesù, la luce della vita, ridonandogli la vista, dona a Bartimeo chiaramente un modo nuovo di guardare all’esistenza umana, rivelandogliene il senso più vero. Proclamare lodando, alla sequela del Signore Gesù, le meraviglie che Egli compie in mezzo al suo popolo, segno tangibile della presenza del suo regno in mezzo a noi, è il fine a cui tende l’intera esistenza dell’uomo.
E quell’incontro si perpetua per la Chiesa continuamente nella presenza mistica di Gesù Eucaristia. Così il Signore quotidianamente si offre a noi e ciò fa di noi, al contempo, Bartimeo, condotto dai fratelli, come dai discepoli alla presenza di Gesù, fonte di guarigione, e strumenti di donazione per i fratelli stessi, affinché tutti arrivino alla salvezza.
Questa è l’esperienza spirituale vissuta dalla Comunità Maria domenica mattina davanti al corpo mistico di Gesù.
A compendio di ciò va sottolineato come l’intera assemblea abbia, in quei giorni, vissuto in pienezza tutti i momenti spirituali che l’incontro ha variamente offerto, in particolar modo i momenti di preghiera e condivisione, nonché la relazione, incentrati a vario modo sulle diverse esperienze umane, tracciando così alla luce della Parola di Dio, il viatico per i futuri impegni della Comunità, sia al proprio interno, dentro la Madre Chiesa, che come evangelizzatori nel proprio quotidiano.