
VII° INCONTRO REGIONALE CAMPANIA
"Non abbiate paura. Andate a dire ai miei discepoli di recarsi in Galilea: là mi vedranno" (Mt. 28,10)
L’invito rivolto da Gesù Risorto ai discepoli, ad andare in Galilea è stato il tema centrale della riflessione che ha ispirato il nostro ultimo incontro regionale.
Un incontro guidato dal desiderio di essere alla presenza di Dio, in un’atmosfera di raccoglimento, di ascolto per riscoprire e rivivere ancora una volta l’efficacia di quella Parola di Vita donata ad ognuno di noi.
E’ stata innanzi tutto la preghiera dell’adorazione eucaristica a sciogliere la tiepidezza di molti cuori. Abbiamo proclamato la regalità di Cristo Gesù e questo ha subito rimesso tutto nella giusta prospettiva: lui è il Re, noi siamo quelli che hanno bisogno della sua protezione, del suo sguardo, del suo sorriso.Il Re mette a disposizione la sua ricchezza per il bene del popolo e noi siamo gli eredi di questa Grazia.
Abbiamo così riconosciuto che pur essendo suoi testimoni, pur avendolo visto, abbiamo ancora bisogno di incontrarlo.
Oggi la Galilea dove Gesù vuole manifestarsi siamo noi. Infatti, noi siamo testimoni di averlo visto giù dalla croce e siamo chiamati ad essere luogo dove Cristo è visibile, fonte della Sua presenza cui tutti possano attingere. Troppo spesso, però, siamo i primi ad allontanarci da Lui per cercare la vita da qualche altra parte. Quanti di noi sono ancora legati alla superstizione, alla magia, o molto più semplicemente alle proprie ideologie, al proprio modo di fare!
Dobbiamo invece essere testimoni credibili, e questo lo si ottiene attingendo continuamente allo Spirito Santo.
La nostra comunità porta il nome di Maria, ma quante volte sappiamo renderci docili come Lei? In realtà siamo chiamati non solo ad imitarla ma ad essere Maria nel mondo: Maria che ascolta, intercede, prega, si fa serva di Dio e madre dei poveri. Già durante il nostro convegno nazionale, come Maria a cui l’angelo disse: «concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» anche noi eravamo chiamati a concepire Gesù dentro di noi per poi annunciarlo agli altri. E’ necessario che prima dell’annuncio ci sia il nostro incontro personale con Lui, un incontro autentico, nella verità, un incontro che ci aiuti ad abbattere ancora tanti schemi.
In questo cammino il Signore ci precede, dobbiamo essere noi ad andargli incontro: prendiamoci la responsabilità della nostra salvezza! Dobbiamo nutrire la speranza che da noi può nascere qualcosa di bella, come il fiore di loto nasce dal fango. E’ con questa speranza che il Signore è venuto a ringiovanire la nostra fede e di nuovo è esplosa la gioia di sentirci da Lui amati, di essere “sua sposa”.
La nuova unione con Lui è anche diventata nuova fraternità fra noi. Ancora una volta il Suo amore ci ha fatto vedere il fratello con occhi nuovi, ha fatto cadere giudizi, divisioni, ripensamenti, accorciando le distanze con un abbraccio fraterno e allo stesso tempo materno, come dovrebbe sempre essere data la nostra più autentica vocazione.