
VIII° INCONTRO REGIONALE CAMPANIA
"Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente”. (Sof. 3,17)
L’VIII incontro regionale della Comunità Maria campana, svoltosi nei giorni 11 e 12 novembre, ha dato modo a tutti i partecipanti di vivere profondamente la parola profetica: ”Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente”. (Sof. 3,17). Fin dalle prime battute il Signore si è manifestato con forza, liberando e consolando ognuno di noi, suoi figli.
Egli ha voluto subito ricostituire la sua regalità in mezzo al proprio popolo, mostrandosi nel duplice volto di padre misericordioso, ma anche di condottiero instancabile, signore degli eserciti.
La comunità ha sciolto il suo canto di lode e si è manifestata la presenza dello Spirito Santo, che ci ha reso docili all’ascolto della parola di Dio.
Gli interventi dei relatori sono stati semplici ed hanno messo a fuoco argomenti che sono ritornati più volte nel corso dell’incontro.
Il giovane Antonio, della comunità di Castellammare, ha voluto parlare ai suoi coetanei invitandoli a prendere coscienza del ruolo fondamentale e salvifico di Dio nella vita personale di ogni uomo. Spesso i giovani che si professano apertamente cristiani sono additati come “bigotti, santarelli”, o peggio ancora, sono continuamente pesati sulla bilancia del giudizio altrui, come se il fatto stesso di essere cristiani escludesse la possibilità di avere una vita “normale”, secondo la moralità vigente.
Nonostante i giovani siano spesso più sensibili alle seduzioni dell’imperante “morale fai da te”, non devono, tuttavia, avere paura di mostrare quello che il Signore ha fatto di bello nella loro vita. Soprattutto i giovani devono ricordare che l’annuncio della parola di Dio è sempre efficace e che spesso proprio quelle persone che sembrano così sicure di sé, indifferenti a Cristo, nei momenti di difficoltà non sanno a chi aggrapparsi.
Raffaella, della comunità di Cardito, ha approfondito il tema della carità fraterna, un carisma che si esprime attraverso l’ammaestramento e la preghiera reciproca. Se, infatti, nel nostro cuore non c’è amore autentico per il fratello, ma siamo bloccati dal giudizio che ci fa vedere solo la pagliuzza nell’occhio dell’altro, come possiamo dire di essere un unico corpo?
Molto spesso ci lasciamo trascinare al pensare e dal dire comune, ma il Signore ci richiama a vivere in prima persona la nostra chiamata, a non essere come pesci morti che risalgono la corrente.
Ovviamente, il primo passo per amare i fratelli è lasciarsi riempire dall’amore di Dio, scavare la profondità della sua Parola, della sua Sapienza incomprensibile per l’uomo. Più volte durante l’incontro il Signore ci ha ricordato tutte queste cose, come se dopo averle annunciate, volesse attuarle una alla volta, fedele sempre alla sua promessa di redenzione.
La sua presenza imponente ed amorevole si è resa tangibile attraverso l’adorazione eucaristica.
In quel momento Cristo si è lasciato toccare da quel suo popolo che riscopriva la piccolezza e, allo stesso tempo, la dignità di ogni uomo davanti al proprio Dio. Durante la preghiera di domenica mattina si è pienamente realizzata la parola profetica “il Signore” ha revocato la tua condanna”: il nostro cuore si è riconciliato con quello di Dio e, di riflesso, sono cadute le divisioni tra molti di noi. Insieme, in un unico abbraccio, ci siamo perdonati, riconciliati e annunciato l’amore di Dio per tutti noi.