
XVI° INCONTRO REGIONALE CAMPANIA
“Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce” Mt 4,16
Già prima di Gesù Cristo, Platone usava dire che “si può perdonare un bambino quando ha paura del buio; la vera tragedia della vita è quando un uomo, un adulto, ha paura della luce”. Il Signore è venuto a parlarci del Suo desiderio di farci uscire dalle tenebre e di rivestirci della sua luce.
Lo ha fatto durante l’annuale Incontro Regionale della Campania, che ci ha visti riuniti in preghiera di lode a Catellammare di Stabia, città antichissima e piena di straordinarie e solari bellezze e ricchezze del Creato e della storia.
Egli ha manifestato con grande chiarezza e intensità, con immenso amore e infinitamisericordia, questo desiderio di condurci per mano, come bambini spaventati dal buio e come adulti spaventati dalla Luce. Ci ha aiutato a capire e “sopportare” la Luce della Verità del Vangelo dell’Amore.
Però a questo chiarore trasparente si oppone il buio che è nei cuori, troppo spesso turbati da peccato e dal grave turbamento personale e collettivo che esso porta con sé.
In preghiera e meditazione, abbiamo approfondito la natura del buio e ne abbiamo scoperta una gradazione più profonda, quella non sostenuta dalla Speranza. Abbiamo, cioè, sondato quel sentimento disperato che è il buio senza Speranza, quelle tenebre più vischiose che non si dissolveranno mai alla luce del giorno, perché a quel buio profondo, mortale, infernale, senza Fede, Speranza e Carità, la luce del giorno, la Luce di Dio non si sostituirà mai. Abbiamo definito e rigettato dai nostri cuori quel buio senza Dio, senza Speranza, dove la Misericordia non arriva, perché essa è sempre trasportata proprio dalla Speranza. E la Speranza non sussiste senza la Fede e non si sostiene senza l’Amore.
Abbiamo ringraziato il Signore per essere in una Comunità che si sforza ogni giorno di risiedere nella Luce, che combatte ogni istante le tenebre, che ci richiama ogni momento alla Fede, alla Speranza e, soprattutto, alla Carità, la quale ci impone di “essere” Luce anche per gli altri, in una terra difficile e martoriata da secoli.
Il sabato pomeriggio durante l’Adorazione Eucaristica ognuno di noi ha deposto la “propria” Luce ai piedi dell’altare, Luce che origina e racchiude l’affidamento continuo a Dio di tutta la nostra vita e dei nostri affanni. Abbiamo rinnovato e gridato la nostra fiducia in Dio, perché egli possa continuare sempre a trasformare le nostre tenebre in luce.
Durante le testimonianze, tutti i fratelli hanno condiviso l’amore ricevuto in questo convegno ma anche una reale conversione, anzi una “conversione al Reale”, a quella realtà unica e vera dell’Amore di Dio per noi, sue creature. Abbiamo sperimentato, come il figliol prodigo, la gioia del Padre alla vista del figlio creduto perduto e ritornato a Lui, per dimorare nella terra colma di luce!
Il Signore ci ha manifestato il Suo Amore e la Sua Misericordia, è venuto a curare le nostre ferite, a liberare il nostro cuore, ad amarci con tutto Sé stesso, a prometterci la Resurrezione e la Vita! E noi ringraziamo Dio per questa Grazia!
Vogliamo camminare, davvero e senza voltarci indietro, individualmente e come popolo, verso la Sua Luce, unica sorgente della vita!