
"Io sono la porta: se uno entra attraverso di Me, sarà salvo." (Gv.10,9)
Anche quest’anno la cittadina di Brolo (ME), nei giorni 19, 20, 21 novembre 2004, ha accolto la Comunità Maria per il VI Incontro regionale di Sicilia. Forti e ricchi dello Spirito del Signore sono stati i momenti di comunione, che hanno unito i fratelli, numerosi e festanti, giunti da Ganzirri (ME), Messina, Rometta (ME), Sciara (PA) e Catania. Anche alcuni fratelli delle Comunità di Bagnara (RC) e di Roma hanno condiviso con i Siciliani la gioia di “stare insieme nel Signore”.
La forza della preghiera, la partecipazione alle celebrazioni eucaristiche, l’ascolto dell’insegnamento di Padre Gaetano Tripodo, della relazione di Anna Mangraviti e delle testimonianze hanno caratterizzato le tre intense giornate dell’incontro.
Il passo, che ha guidato e illuminato le menti e i cuori di tutti, è stato tratto dal Vangelo di Giovanni (10, 7-9): In verità, in verità vi dico: «Io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di Me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta. Chi entrerà attraverso di Me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo».
Il Signore, che è la nostra guida sulla via da Lui stesso indicata, ci ha esortato a rafforzare il nostro cammino di fede e a rinnovare la nostra fiducia in Lui, invitandoci ad attraversare la sua porta, che è porta di salvezza.
È il Signore, infatti, l’unica e vera via di salvezza.
Gesù, il buon pastore, come ha osservato Padre Tanino la mattina del sabato, ci ha fatto una promessa: se noi passiamo attraverso di Lui, faremo esperienza di salvezza. Dobbiamo fidarci di Gesù, rompendo quelle catene di auto-conservazione, autoaffermazione e autorealizzazione, che ci vincolano al nostro Io e ci impediscono di attraversare la porta del Signore. Questo, quindi, significa “passare attraverso la porta”: abbandonarsi completamente a Dio.
Il Signore garantisce, inoltre, la comunione e l’unità di coloro i quali entrano dalla sua porta, si fermano e vivono all’interno del suo ovile. L’ovile diventa, dunque, immagine di comunità e di chiesa sotto la guida dell’unico pastore: Gesù.
Anna, invece, ha invitato i fratelli a riflettere sul nostro modo di essere comunità e sulla riscoperta della specifica vocazione della Comunità Maria. La Comunità, infatti, è chiamata ad accogliere e amare i fratelli, a pregare insieme e individualmente e a farsi preghiera, a sperimentare l’amore di Dio attraverso i doni che Egli ha dispensato. La comunità, quindi, ha la peculiarità di vivere in modo personale e comunitario la gioia della Resurrezione di Cristo per essere strumento di annuncio per il Signore.
Una rappresentazione dal titolo “Chi è come Dio” ha offerto, inoltre, un altro invito alla riflessione sul nostro rapporto e sul nostro dialogo con Dio. Essa ha evidenziato che noi, con i nostri pensieri e con la nostra volontà, non ci possiamo sostituire a Dio, il quale, unico e solo, sa cosa è bene per i suoi figli. L’uomo, anche nella sofferenza, deve aprire “la porta del cuore”, cioè la propria anima, e deve prendere consapevolezza della sua condizione spirituale, in cui Dio deve occupare un posto preminente e non un posto marginale e condizionato dai nostri desideri e dalle nostre pretese. Dio ci ama infinitamente e desidera che noi Lo amiamo allo stesso modo affidandoci con fiducia alla sua volontà.
La “porta” di ingresso del cammino di salvezza indicato dal Signore, la “porta” della Comunità, pronta ad accogliere i fratelli e l’amore di Dio, e la “porta” del nostro cuore, che deve aprirsi alla volontà del Signore, hanno costituito l’annuncio delle Comunità siciliane.
Il VI Incontro di Sicilia, quindi, ha rappresentato un grande momento di grazia per chiedere a Dio il dono di fare esperienza di Lui e della sua salvezza.