Le Piccole Comunità di Crescita
La comunità di crescita accompagna i fratelli dalla fine del seminario di “Introduzione alla vita nello Spirito” alla loro entrata in una comunità familiare o ambientale. La comunità di crescita è aperta a coloro che hanno accolto la chiamata ad approfondire la vita nello Spirito e ad impegnarsi al servizio del Signore.
È una piccola comunità che favorisce il clima d’intimità familiare necessario alla conoscenza profonda e alla fiducia reciproca dei membri. Essa accoglie i fratelli al punto in cui si trovano con i loro problemi, difficoltà, infermità, limiti e li aiuta a scoprire il progetto di Dio su di loro: la loro specifica vocazione, i loro carismi, il loro inserimento nella comunità.
Questo cammino nella conoscenza di Dio e nella partecipazione alla sua vita si effettua attraverso la conversione continua, gli studi appropriati e il servizio alla Chiesa, sia nei vari ministeri della Comunità Maria, sia nella disponibilità alla Chiesa locale. In questa comunità si vive l’ascolto e l’obbedienza allo Spirito che guida il suo cammino; si vigila per evitare ogni forma di programmazione rigida e lasciare che i fratelli crescano nella loro originale libertà interiore. L’itinerario della crescita comporta tre aspetti: l’interiorizzazione e l’assimilazione del seminario, l’introduzione ad una autentica vita comunitaria, la riscoperta e il servizio alla Chiesa attraverso la comunità. I coordinatori della comunità di crescita sono animatori “anziani” scelti dal pastorale locale; il loro ruolo consiste soprattutto nell’aiutare i neofiti a vivere in relazione continua con il Signore presente nella sua Parola, nei sacramenti, nella comunità unita nel suo nome e in ciascuno dei suoi membri.
Le Piccole Comunità Familiari
La comunità familiare è una piccola comunità costituita da sei a dodici persone, in maggioranza animatori, in cui i membri realizzano tra loro una profonda comunione e verificano l’autenticità di tutta la loro vita secondo il carisma specifico e la spiritualità della Comunità Maria. Si chiama “comunità familiare” perché non supera le dimensioni di una famiglia in cui i componenti “non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati” (Gv 1,13).
Le comunità familiari costituiscono le cellule più attive della Comunità Maria, unite spiritualmente dall’unico Cristo risorto, Signore della comunità. Praticamente, in ogni località sono coordinate dal pastorale locale.
Il fine della comunità familiare è la conversione e la santificazione dei suoi membri che si offrono con totale sincerità all’azione trasformante e potente del Cristo risorto. È una santificazione personale in cui ciascuno diventa un membro sempre più trasparente e dinamico del corpo di Cristo. È una santificazione comunitaria in cui ciascuno diventa sempre più amore e luce di Cristo per tutti gli altri, ricevendo a sua volta l’amore e la luce di cristo degli altri fino a poter ripetere tutti insieme con San Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20).
L’attività della comunità familiare si svolge sotto l’azione dello Spirito in un continuo crescendo tra i due momenti cardini della vita cristiana: preparare le vie del Signore (Mt 3,3), e lasciarsi trasformare da Dio con un completo mutamento della propria mente (Rm 12,2) ossia morire all’uomo vecchio per risorgere in Cristo.
Questa “Pasqua continua” suscita e illumina i vari tempi dell’attività della comunità familiare: la preghiera comunitaria, la revisione di vita alla luce della Parola di Dio, la preghiera di intercessione per i singoli fratelli, la vita comunitaria nei suoi molteplici aspetti, la missione nei vari ministeri della comunità.
Nella comunità familiare la vita comunitaria non è legata alla coabitazione e quindi non si appoggia su strutture esterne ma sull’unità esistenziale della vita in Cristo. Il denominatore comune a tutte le comunità familiari è la comunione dei beni spirituali, l’aiuto reciproco spirituale e materiale che insieme concretizzano un’autentica vita di unità nella carità.
Per favorire l’armonioso andamento delle riunioni, normalmente settimanali, e il cammino della Comunità, il pastorale locale sceglie in preghiera e discernimento due coordinatori, i quali espongono al pastorale locale le proposte riguardanti le attività della comunità familiare e fanno da collegamento con il resto della Comunità Maria.