Cristo risorto, presente nella comunità, vi compie le sue opere. Cristo glorifica il Padre facendo le opere del Padre e la comunità glorifica Cristo facendo le opere di Cristo: “anche chi crede in me compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio” (Gv 14,12-13).
La comunità che vive nel nome di Cristo, chiede nel nome di Cristo e agisce come suo corpo visibile: nascosta nel Figlio, glorifica in lui il Padre. La comunità diventa uno strumento della potenza di Cristo risorto per edificare il suo regno in mezzo agli uomini, cioè la Chiesa. La potenza di Cristo risorto si manifesta nei membri della comunità attraverso i doni dello Spirito: “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio della scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; a uno altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue, a un altro infine l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l’unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole” (1 Cor 12,7-11)
Il Concilio Vaticano II dichiara: “lo Spirito Santo non solo per mezzo dei sacramenti e dei ministeri santifica il popolo di Dio e lo guida e adorna di virtù, ma “distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui” (1 Cor 12,11), dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi varie opere e uffici, utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa, secondo queste parole: “a ciascuno la manifestazione dello Spirito è data perché torni a vantaggio comune” (1 Cor 12,7). E questi carismi, straordinari o anche più semplici e più comuni, siccome sono soprattutto adattati e utili alle necessità della Chiesa, si devono accogliere con gratitudine e consolazione” (Lumen gentium II, 12).
È l’atteggiamento della lode che sprigiona la potenza dei carismi. Nella lode tutto viene ricevuto come dono: “poiché da lui, grazie a lui, e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli” (Rm 11,36).