Nata dall’esperienza del cenacolo e della prima comunità cristiana è protesa verso gli ultimi traguardi della Chiesa. La comunità vive la Chiesa, ne riscopre i valori della continua Pentecoste, li annuncia e li testimonia nel momento storico in cui Dio l’ha suscitata. Annuncia e testimonia la gratuità del dono di Dio, la potenza del suo Spirito, la presenza concreta e tangibile di Cristo morto e risorto in mezzo al suo popolo, la priorità della preghiera di lode e della povertà interiore per vivere come Gesù e compiere le sue opere. L’annuncio del nucleo essenziale del cristianesimo, fatto con semplicità, si rivela particolarmente idoneo ad essere recepito e assimilato dall’uomo del nostro tempo. La potenza dello Spirito fa della comunità uno strumento di salvezza per molte vittime dei grandi mali del nostro tempo: ateismo, spiritismo, magia, disgregazione della famiglia, aborto, droga, violenza ed emarginazione.
La comunità è luogo di conversione per gli stessi credenti: conversione ad una vita di fede più coerente e dinamica. La comunità che rivive continuamente i doni della fondazione della Chiesa, s’inserisce naturalmente nelle chiese locali, nelle parrocchie, dove porta con la gioia della Pentecoste il servizio disinteressato. Essa è aperta a tutte le spiritualità della Chiesa e si arricchisce dei molti e vari carismi in essa esistenti, mentre offre, a sua volta, i carismi di cui il Signore le fa dono, favorendo così in ciascuno la riscoperta profonda dei doni della propria vocazione.
Questa ecclesialità di base permette alla Comunità Maria di collaborare nell’opera di evangelizzazione del mondo, con ordini e congregazioni religiose, con movimenti ecclesiali ed associazioni laicali, con parroci e sacerdoti diocesani nel rispetto reciproco e nella vicendevole carità. Questa ecclesialità fa anche della Comunità Maria un vivaio di vocazioni e le permette di offrire alla Chiesa laici impegnati, religiosi, religiose, sacerdoti.
La maturità ecclesiale della comunità è altresì confermata dal riconoscimento formale della stessa come associazione privata di fedeli - ai sensi dei can. 299 e 321-326 c.i.c. e della Nota Pastorale Le aggregazioni laicali nella Chiesa, della Commissione Episcopale per il Laicato della C.E.I. – più volte concesso dalla Diocesi di Roma (da ultimo, con decreto del 30 aprile 2002), nonché dall’approvazione e dalla paterna benevolenza dei Vescovi dei luoghi ove la comunità opera.
Vescovi che vengono a trovarci nelle nostre Comunità Locali e durante i Convegni.