
XVIII° INCONTRO REGIONALE SICILIA
Ti ho formato e ti ho stabilito…per far risorgere la terra (Is 49,8)
Sono trascorsi 40 anni da quando un gruppo di giovani, pieni di gioia nel servire la Chiesa, dettero vita alla Comunità Maria siciliana.
Anche oggi, non più giovani, quei fratelli hanno mantenuto il medesimo slancio evangelizzatore, nella gioia di lavorare per la vigna del Signore.
A Messina e a Ganzirri ci siamo spesso chiesti perché chiunque venga a pregare con noi dalle altre Comunità sparse per l’Italia, ci attesti di aver vissuto con grande gioia il momento della preghiera. Ci rispondiamo che viene da lontano, dalla “esperienza” di un piccolo
gruppo di fratelli fondatori, quaranta anni fa, delle nostre Comunità in Sicilia. Essi riescono a donare, per Grazia, ancora oggi un “qualcosa” difficile da spiegare, ma non per questo meno reale e tangibile, come se, al di là della preghiera, vivesse il riverbero di una comunione e di un senso di appartenenza che ha “coloriture” e specificità più uniche che rare. Forse - è questa la conclusione a cui siamo giunti - è perché non soltanto lo “zoccolo” duro delle nostre Comunità isolane è rappresentato da fratelli che erano presenti fin dalla “prima ora” della fondazione della Comunità nel lontano 1976, ma ancor più perché la gran parte di essi erano, all’epoca, il cuore pulsante e giovane della Comunità. In parole povere gli attuali membri che si accingono ad entrare nella “terza età” hanno conosciuto e vissuto la Comunità quando erano in pantaloncini corti e avevano 14, 16, 18 o 20 anni. Già, 40 anni fa erano insieme e legati da un sincero e servizievole amore fraterno, e insieme continuano a vivere adesso, per grazia di Dio, e il senso di “familiarità” che ne discende riesce ad essere qualcosa che trasmette alle nuove generazioni un fascino unico e contagioso che, di per sé, rappresenta forse la più genuina testimonianza del nostro essere Comunità Maria.
Ed è alla luce di questa rinnovata consapevolezza, dopo 40 anni di cammino della Comunità, che si può comprendere la valenza spirituale dell’incontro regionale che, come ogni anno, abbiamo vissuto a Brolo assieme alle varie comunità della Sicilia, alle quali si sono aggiunte nutrite rappresentanze delle Comunità calabresi, l’intero CdS ed anche una giovane sorella proveniente dalla Comunità di Cracovia. Un incontro che, a dispetto di “crisi” e problemi di natura economica, è riuscito a raccogliere più di 150 adesioni, cui si sono sommate le decine di fratelli che hanno raggiunto il luogo del Convegno per parteciparvi anche per un solo giorno.
Naturalmente il clima di gioia ed entusiasmo non sottrae nessuno dal doversi poi mettere, nella “verità” davanti al Signore per rispondere all’invito di purificazione che ci rivolge e a cui ognuno deve rispondere in prima persona. E nella scansione dei vari momenti di preghiera, più di una volta il Signore, come a Pietro, ci chiedeva: “Mi ami tu più di costoro?”, ponendoci davanti alla scelta dei due fratelli della parabola evangelica ai quali il padre chiede di andare a lavorare nella sua vigna. Il primo risponde di sì, ma poi non ci va. Il secondo dice di no, però poi vi si reca. La parabola interpella le nostre coscienze: noi in quale dei due fratelli ci riconosciamo? Sappiamo benissimo che queste riflessioni non possono basarsi su pure speculazioni intellettuali, ma richiedono una risposta, anzi un “movimento” del cuore che può avere garanzie di autenticità solo se passano “attraverso” il carisma della lode, questo prezioso strumento, unico e insostituibile, in cui possiamo con fiducia convogliare tutto il bagaglio di ciò che siamo e ci portiamo dietro e dentro. Certi che non saremo noi con le nostre forze a trovare le vie della conversione del cuore, ma che sarà Dio ad operare il vero rinnovamento di noi stessi, prendendosi cura dei nostri pesanti “bagagli” spirituali. Da qui l’invito, come dice S. Paolo agli Efesini: “Alzati, sorgi dai morti e Cristo ti illuminerà”. Difatti, continua l’Apostolo, la luce inizialmente “illumina” ciò che deve essere trasformato, e quando “fa verità” la luce, poi, tutto rinnova. Ed è in questa chiave di lettura spirituale che possiamo sintetizzare i due momenti forti vissuti in questi tre giorni.